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Nella ricerca medica poca tutela della privacy

Sanihelp.it – Ci sono casi in cui non si fa abbastanza negli Stati dell’Unione europea per tutelare i diritti e le libertà di coloro che partecipano a programmi di ricerca medica.


Lo affermano un gruppo di ricercatori che hanno condotto PREVIREAL, uno studio inanziato a titolo del Quinto programma quadro (5PQ), è inteso a valutare l’efficacia della direttiva comunitaria del 1995 sulla tutela dei dati in relazione alla salvaguardia del rispetto dei diritti fondamentali e delle libertà di soggetti che partecipano a ricerche in campo medico.

«Quando si parla di ricerca medica si potrebbero anche concedere deroghe ad alcuni regolamenti, chiaramente solo se lo scopo è quello di migliorare la salute», ha dichiarato David Townend dello Sheffield Institute of Biotechnological Law and Ethics dell’Università di Sheffield nel Regno Unito. «Questo però non deve portare, come spesso accade, a non rispettare appieno le disposizioni in materia di diritti e libertà fondamentali».

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