Sanihelp.it – Le alterazioni dello sviluppo del sistema produttivo che affliggono l’uomo e la donna sono una delle calamità dei nostri tempi: la fertilità umana sembra essere in continuo declino, soprattutto nei paesi industrializzati.
Il problema può essere ricondotto a fattori economici e sociali, come l’utilizzo di contraccettivi, il concetto di donna in carriera e l’età più elevata della coppia al momento della ricerca del figlio.
Tuttavia, anche fattori biologici sembrano contribuire al declino della fertilità.
Uno su tutti l’inquinamento ambientale. Diossine, pesticidi, metalli pesanti, additivi della plastica e delle vernici ormai diffusissimi sono causa nell’uomo non solo di infertilità, ma anche di criptorchidismo, ipospadia e tumori al testicolo, la cui frequenza è triplicata negli ultimi 20 anni.
Questo quadro, aggravato dalla riduzione della produzione di ormoni nell’uomo e nella donna, ha condotto ad un continuo incremento nella richiesta di tecniche di fecondazione assistita, ma anche ad un aumento nell’incidenza di malattie correlate all’infertilità come l’osteoporosi e le cardiopatie.
Questi problemi saranno al centro dei lavori di due convegni in svolgimento da domani a Padova: Il XXI Convegno «Medicina della riproduzione» e il II Convegno Nazionale «Società Italiana di Tossicologia della Riproduzione», entrambi presieduti dal professor Carlo Foresta, cattedra di patologia clinica e dipartimento di istologia, microbiologia e biotecnologie mediche dell’università di Padova.