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Vipera: la timida che morde per difendersi

Sanihelp.it – Fanno molta paura a tutti, in realtà non sono aggressive e, se lasciate in pace, non sono mai le prime ad attaccare: sono le vipere, rettili molto temuti e pericolosi per l’uomo perché dotati di morso velenoso. Ma la vipera non attacca, bensì si difende solo se disturbata da vicino, e alla presenza dell'uomo reagisce primariamente con la fuga.


Su 3500 specie di serpenti conosciute, solo 300 sono velenose e sono divise in 5 famiglie: Elapidi, Crotalidi, Colubridi, Idrofidi e Viperidi. In Europa sono presenti solo questi ultimi e in Italia, in particolare, le specie presenti sono quattro (di cui solo una è mortale). La Sardegna è l’unica regione in cui la vipera non è presente.

L’habitat della vipera è caratterizzato da luoghi aridi, aperti e asciutti, sebbene nelle zone montuose si ritrova anche in aree umide, fino a 3000 metri di quota.
La vipera è un animale lungo fino a circa 60-75 cm; il maschio ha dimensioni maggiori della femmina. È caratteristico e facilmente riconoscibile per la forma triangolare della testa, che presenta numerose piccole squame dorsalmente e fra la bocca e l’occhio, per la pupilla allungata verticalmente e la punta del muso rivolta all’insù.
Il corpo slanciato termina con una coda che si assottiglia repentinamente; il dorso presenta un tipico disegno costituito da una striscia ondulata di colore marrone e con bordi scuri, a volte anche suddivisa in macchie ovali; il ventre, solitamente grigiastro, a volte può essere completamente nero.

Si nutre di lucertole o piccoli mammiferi che caccia inseguendoli fin dentro le tane. Esce soprattutto di giorno, ma nei periodi caldi anche di notte. Partorisce piccoli già sviluppati, senza deporre uova.
In Italia i viperidi, rappresentati da 4 specie (Vipera Aspis, Ursini, Berus, Ammodites), sono velenosi e il morso è potenzialmente mortale.

Entro pochi minuti dal morso di vipera compaiono dolore urente e bruciore severi, seguiti da edema duro ingravescente prossimale, eritema, petecchie, ecchimosi e bolle emorragiche che tendono a estendersi lungo l’arto colpito. Entro 12 ore possono comparire flittene, linfangite, adenopatia.
Ai segni locali, in relazione alla dose, alla zona interessata e alla taglia del soggetto, si aggiungono i segni generali con turbe emodinamiche (ipotensione, shock), digestive (vomito, diarrea, nausea e crampi addominali), coagulative (fibrinolisi, trombocitopenia, emolisi), renali e neurologiche.

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