Sanihelp.it – Il nuovo trattamento presto a disposizione di diabetologi e diabetici italiani per il trattamento del diabete di tipo 2, exenatide, dimostra, oltre a un’efficacia paragonabile a quella di insulina glargine, di essere l’unico trattamento antidiabetico non orale in grado di far perdere peso e di migliorare la funzionalità delle beta cellule.
Aggiungere exenatide al farmaco orale prima dell’uso dell’insulina può aiutare i diabetici di tipo 2 a ottenere lo stesso controllo glicemico che si ottiene con l’uso di insulina e, al contempo, a perdere peso. Il paziente diabetico che perde peso grazie al trattamento con exenatide spesso presenta anche ridotti livelli di lipidi nel sangue e livelli di pressione arteriosa più bassi.
Inoltre in un recente studio è stato riscontrato che l’effetto del trattamento con exenatide sulla funzionalità delle cellule beta del pancreas può migliorare del 17% rispetto al basale dopo tre anni. Infatti il diabete di tipo 2 è correlato a una produzione di insulina compromessa da parte del pancreas, che si deteriora progressivamente nel tempo. Da questi risultati emerge che il trattamento a lungo termine con exenatide potrebbe favorire un miglioramento della produzione di insulina e, quindi, aiutare i diabetici a controllare meglio la loro glicemia.
Exenatide, il primo di una nuova classe di farmaci detti incretino-mimetici, dopo aver ricevuto l’approvazione FDA, ha ottenuto, al termine del 2006, quella europea dell’EMEA e sarà disponibile in Italia nei prossimi 8 mesi. Negli Stati Uniti, dove è utilizzato da oltre due anni, è stata registrata una preferenza da parte delle donne.
Negli studi presentati exenatide è stato generalmente ben tollerato. L’effetto collaterale più comune è la nausea da lieve a moderata, che interessa meno della metà dei pazienti e generalmente diminuisce nel tempo.