Sanihelp.it – Il cellulare in ambiente ospedaliero è sicuro e non crea interferenze sulla funzionalità degli strumenti elettromedicali. Questo è il messaggio derivato dagli ultimi studi effettuati negli Stati Uniti sull’effetto delle onde elettromagnetiche emesse dai telefoni cellulari sulle apparecchiature ospedaliere, che si affianca ai risultati di un lavoro pubblicato sul Journal of Critical Care1, in cui si evidenzia l’esistenza di un limite critico entro il quale possono essere registrate interferenze significative dei cellulari con la strumentazione medica, in particolare in un’area circostante e inferiore al metro di apparecchi di ventilazione invasiva o non invasiva.
Questi sono in sintesi i dati che potrebbero essere utili nel ridefinire le norme che attualmente, in modo restrittivo, regolano l’uso dei cellulari all’interno degli ospedali.
Generalmente oggi è vietato telefonare nella maggior parte delle aree diagnostiche e di degenza ospedaliera, per la maggior sicurezza nel funzionamento delle strumentazioni elettromedicali.
Queste precauzioni, però, potrebbbero essere eccessive. Un altro studio realizzato dalla Mayo Clinic di Rochester (USA) ha effettuato nel 2006 300 test su 75 soggetti collegati a 192 apparecchiature medicali. Le rilevazioni on hanno permesso di registrare alcun problema o allarme in tutti i 300 test completati su numerosi devices medici (monitor ECG, sistemi EEG, pompe ad infusione, pompe intravenose, ventilatori meccanici, pacemaker esterni ecc.).
Nello stesso studio vengono invece segnalati due report su interferenze di apparati elettronici in strumenti di cura del paziente: il primo relativo a un lettore CD che ha causato anomalie di registrazione elettrocardiografica in ambito ospedaliero, con ritorno alla normale registrazione allo spegnimento del lettore CD. Il secondo che ha segnalato il malfunzionamento di un pace-maker e di un impianto di defibrillatore cardiaco in due soggetti transitati vicino ad una strumentazione anti-taccheggio in un negozio di abbigliamento. In entrambe i casi l’interferenza con le apparecchiature medicali ha portato a reazioni avverse che hanno determinato il ricovero dei soggetti in pronto soccorso.