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Ipotensione ortostatica: dagli Usa la prima vera cura

Sanihelp.itDisordini del Sistema Nervoso Autonomo: Diagnosi e Trattamento. Questo il tema dell’incontro tenutosi ieri presso l’Aula Magna dell’IRCCS Policlinico San Donato, che ha rappresentato un’importante svolta nel campo del trattamento delle patologie del sistema nervoso autonomo, fornendo il primo corretto contributo nel trattamento dell’ipotensione ortostatica.


Questa malattia, che comporta la difficoltà di mantenere la stazione eretta, quando ci si alza in piedi, a causa di un calo eccessivo della pressione del sangue, è molto più frequente di quanto si pensi, ed è riscontrabile sia nei giovani che nelle persone anziane.
 
«Fino ad oggi – ha spiegato Giovanni Meola, ordinario di Neurologia dell’Università degli Studi di Milano e direttore del Dipartimento di Neurologia e del Centro Malattie Neuromuscolari dell’ IRCCS Policlinico San Donato – Questo disturbo era curato in maniera superficiale e indistinta, senza cercare cioè di capirne a fondo le cause. Sta proprio qui la chiave di tutto: una volta identificata la causa si deve somministrare l’adeguato trattamento». 

Importante in questa direzione è lo studio di Paola Sandroni, professore associato di Neurologia alla Mayo Clinic di Rochester, negli Stati Uniti, che mette in evidenza come nelle neuropatie del sistema nervoso autonomo, l’ipotensione ortostatica sia causata da un anticorpo che impedisce il corretto funzionamento dell’acetilcolina (il composto chimico responsabile della neurotrasmissione) e propone quindi il trattamento corretto: somministrare non solo fluorocortisone, che può causare sbalzi di pressione, ma la più adatta piridostigmina che ripristina, senza sbalzi, il corretto valore pressorio.

«Questa scoperta, presentata l’anno scorso all’American Academy of Neurology, il convegno più importante a livello mondiale che coinvolge oltre 15.000 neurologi, viene presentata per la prima volta in Italia – continua Meola – E per la prima volta in Italia, proprio qui all’IRCCS Policlinico San Donato, centro di eccellenza anche per le malattie neuro-muscolari, stiamo applicando il metodo della professoressa Sandroni». 

Nel corso del convegno sono stati inoltre presentati i test autonomici per la corretta valutazione di questa patologia, tra cui lo studio delle funzioni sudomotorie, finora mai sperimentato in Italia, tramite l’applicazione di uno stimolo in quattro punti del corpo (interno avambraccio, coscia laterale, gamba distale, piede).

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