Sanihelp.it – Il primo figlio, in Italia, arriva sempre più tardi. Nel Lazio, per esempio, il tasso di fecondità è mediamente prossimo al 40%, ma addirittura il 61% delle donne che ha partorito il primo figlio nel 2007 aveva un’età superiore o uguale a 30 anni. Nel 2007 il 37% delle madri aveva tra i 30 e i 34 anni, il 26% tra 25 e 39 anni e il 6,6% aveva addirittura più di 39 anni.
Tuttavia, posticipare dopo i 30 anni la ricerca di un figlio può diminuire le possibilità di una gravidanza. Lo confermano alcuni dati epidemiologici: una donna su tre dopo i 30 anni (in Italia, si tratta di circa un milione e mezzo di donne) ha difficoltà a concepire entro 6 mesi.
La probabilità di concepire di una coppia apparentemente sana è pari al 25%, raggiungendo nell’arco di un anno il 90%. Dopo un anno, però, la capacità di riprodursi si riduce almeno del 50%. La causa della mancata gravidanza nella maggior parte dei casi non è la presenza di una patologia, ma piuttosto una minore fertilità femminile in questa fase della vita.
Inoltre, ritardare il concepimento dopo i 30-35 anni può comportare rischi per la madre e il nascituro (per esempio aumento di aborti spontanei) e avere un impatto negativo sull’equilibrio della coppia.
L’informazione più importante è la conoscenza esatta dei giorni di massima fertilità della donna, cioè quelli in cui un rapporto sessuale ha maggiori probabilità di successo: il giorno dell’ovulazione e quello precedente rappresentano il periodo di massima fertilità. Ma solo il 50% delle donne ha una corretta conoscenza del ciclo ovulatorio e, quindi, sa qual è il momento migliore per concepire. Oltre tutto, nella maggior parte dei casi, la donna non è in grado di riconoscere il giorno dell’ovulazione.
Per aumentare la conoscenza delle donne e delle coppie in materia di fertilità, il Policlinico Universitario Agostino Gemelli – Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia – Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma ha organizzato un evento formativo cui hanno partecipato specialisti ginecologi e ostetriche, figure anch'esse coinvolte nella pianificazione della maternità.