Sanihelp.it – I genitori spesso faticano a capire come nel proprio bambino possa esistere il timore dell'abbandono, ripetono che non l'hanno mai lasciato, che sono stati sempre presenti e così via.
A volte però, anche involontariamente, gli adulti toccano il punto debole della paura dell'abbandono. Qualche esempio? Vanno via senza salutarlo, lo allontanano in un momento di stanchezza o di rabbia, lo minacciano dicendo “Vado via e ti lascio qui” e magari mettono in atto il ricatto nascondendosi, per vedere l'effetto che fa. Il bambino tra i due e i tre anni vive queste situazioni con terrore perché vanno a confermare la sua angoscia di essere abbandonato.
I genitori devono cercare di contenere il senso di abbandono del bambino e ricordare che tutti da piccoli ne soffrono. Occorre dunque prestare attenzione a proprio figlio, ascoltarlo a partire da quando ha un minimo vocabolario e sforzarsi di intuire ciò che desidera comunicare. Bisogna comprendere le sue paure nei momenti di separazione, ma incoraggiare la sua crescita e valorizzare ogni piccolo passo in avanti.
La paura dell'abbandono va rispettata perché fa parte della vita del bambino: questa angoscia verrà superata in modo naturale e senza traumi, se l'abbandono non verrà usato come minaccia o punizione.