Sanihelp.it – A otto mesi dalla nascita di un bambino il 10% delle mamme vive una situazione di violenza domestica, soprattutto di natura psicologica, ma talvolta anche fisica e sessuale, da parte del partner o di altri membri della famiglia, mentre il 5% di esse rivela elevati livelli di depressione (stress psicofisico). Gli ormoni responsabili della depressione post-partum (il baby-blues) non c’entrano. Per lo meno non sempre.
Lo rivela un’indagine avviata di recente dal Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia dell’IRCCS materno-infantile Burlo Garofolo di Trieste e dal Dipartimento di Psicologia dell’Università di Trieste, assieme a colleghi dell’Università della California a San Francisco. Lo studio, di cui si è conclusa la prima parte, ha visto la partecipazione di 352 donne, dall’età media di 32 anni, che sono state seguite da settembre 2004 a marzo 2005.
La ricerca prosegue ora con indagini che cercheranno di rispondere a due domande: se esiste una correlazione tra violenza domestica e vita riproduttiva e, più in particolare, tra violenza domestica e interruzione forzata di gravidanza. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Health Care for Women International.
Nell’ultimo decennio gli episodi di violenza domestica ai danni delle donne in gravidanza o nel periodo successivo al parto si sono moltiplicati, come dimostrano studi compiuti in Svezia, Cina, Stati Uniti e altrove. Si va da un 2% di donne che sperimentano abusi fisici, a un preoccupante 19% che riferisce violenza fisica o psicologica da moderata a grave. In Italia le percentuali si collocano a metà strada, e lo studio triestino ha avuto come obiettivo proprio quello di tracciare un quadro della violenza domestica negli 8 mesi dopo la nascita, in una città come Trieste dove il tasso di fertilità e il rapporto tra i nati vivi e i decessi sono tra i più bassi d’Italia, dove le cure in gravidanza sono gratuite così come lo è l’interruzione volontaria di gravidanza.
«I mesi successivi al parto – osserva Federica Scrimin, ginecologa e responsabile del Servizio di Day Surgery del Burlo Garofolo – sono spesso idealizzati nell’immaginario – ma non rappresentano sempre un momento facile per la donna. La presenza di un neonato costringe la coppia a rivedere ritmi ed equilibri interni, e se il rapporto non è sufficientemente forte è facile che si creino tensioni. Anche la semplice mancanza di sonno dovuta all’allattamento notturno può indebolire molto la donna e darle un senso di inadeguatezza. Le donne dopo aver partorito piangono di più e più facilmente, sperimentano su se stesse la fragilità del loro bambino. Questa debolezza può scatenare nel partner o in chi sta vicino desiderio di protezione, dolcezza ma anche paura, tensione, aggressività.
Questo studio ci ha rivelato, tra le altre cose, che la condizione forzata di casalinga – ma anche il rientro forzato o troppo precoce al lavoro – giocano un ruolo primario nella depressione. Anche il fatto di aver vissuto periodi di ansietà o depressione prima della gravidanza è correlabile al disagio psicologico del dopo parto. Dai dati raccolti emerge la necessità di aumentare il livello di vigilanza da parte dei servizi sanitari, quando ci si trova dinnanzi a una donna depressa che ha partorito da poco, o quando si incontra una donna che chiede l’interruzione di gravidanza».