Sanihelp.it – Per i 250 mila malati che in Italia si trovano ad avere necessità di cure palliative è quasi pronta la nuova legge n° 1771, già licenziata dalla Camera e in approvazione al Senato.
Il testo della legge si articola su alcuni punti cardine. Istituisce una rete omogenea su tutto il territorio nazionale, costituita dall’insieme delle strutture ospedaliere, territoriali, assistenziali (hospital, home, hospice) in connessione e continuità tra loro. Disciplina la formazione dei medici e l’aggiornamento del personale specializzato. Istituisce un Osservatorio Nazionale permanente che redige un rapporto annuale. Semplifica l’accesso ai farmaci antidolorifici oppiacei per i quali non ci sarà più bisogno della prescrizione con il ricettario speciale. Prevede un finanziamento di 150 milioni di euro (100 già previsti nel vecchio piano sanitario) vincolandolo ad hoc.
Per la migliore applicazione della nuova legge, però, è necessaria un’analisi dettagliata sulla reale situazione dell’assistenza domiciliare per le cure palliative, e per questo la Sicp – Società Italiana Cure Palliative ha predisposto un’indagine sul territorio, assieme alla SIMG (Società italiana di Medicina Generale), alla AgeNaS (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), al Ministero del Welfare e con il supporto della Fondazione Floriani e della Federazione cure palliative e della Wyeth Lederle.
Dai primi risultati della indagine emerge che vi è una piena consapevolezza dell’uso di oppiacei solo nel 35.3% dei malati, mentre essa è totalmente assente nel 42.2% dei pazienti. Nel 38,9 % dei casi il care giver, colui che segue il paziente, non è d’accordo nell’informare il malato dell’impiego degli oppiacei. Il 53,8% dei malati sarebbe interessato ad avere maggiori informazioni sui farmaci che assume, e il 43% di questi sostanzialmente ignora di assumere oppiacei.