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I rapporti con le sostanze

Sigarette

Sanihelp.it – I ragazzi possono stabilire un numero infinito di rapporti diversi con le sostanze; per convenzione possiamo raggrupparli in due grandi categorie che rendono più agevole discriminare tra modalità riferibili alla sfera della normalità e modalità chiaramente disadattative.


Nel primo caso i giovani sono fruitori occasionali della sostanza, possono cioè farne uso per un certo periodo di tempo (da pochi mesi fino a qualche anno) in quanto incuriositi dalla novità e desiderosi di sentirsi parte di un gruppo (il gruppo dei coetanei o il mondo adulto), un uso che potremmo definire festivo o anche ricreativo: superata questa fase di definizione di sé e dei propri confini, il fumo può perdere il proprio ruolo nell’economia di vita del ragazzo o proseguire in modo discontinuo, senza generare una vera e propria dipendenza (il cosiddetto craving, cioè il momento in cui è irresistibile il bisogno di assunzione della sostanza). Non compaiono altre condotte legate all’uso di sostanze: i giovani di questo tipo sono solitamente ancora nel processo scolastico.

In altri casi, invece, il rapporto con il tabacco può farsi più regolare e costante, sia nei momenti di socializzazione che in solitudine, associarsi all’utilizzo di droghe leggere (cannabis) o pesanti (cocaina, eroina), ad altre condotte di dipendenza (per esempio da cibo come nel caso dell’obesità o della bulimia), accompagnarsi a comportamenti manifestamente aggressivi verso di sé o verso l’altro: in questo secondo caso ci troviamo più spesso di fronte a ragazzi alla fine del percorso scolastico (ultimi anni delle scuole superiori), all’inizio dell’università o dell’attività lavorativa.

Con l’associazione di altre sostanze, il giovane incontra serie difficoltà a mantenersi costante e affidabile nei suoi impegni di vita, coinvolto com’è in quest’altro genere di attività totalizzante.

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