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Come intervenire sui tic

Tic

Sanihelp.it – Per quanto riguarda la farmacoterapia, esistono numerosi farmaci in commercio che sembrano ridurre la quantità e la frequenza di questi comportamenti, come ad esempio l’aloperidolo: è importante, però, che si tengano in considerazione anche gli effetti secondari legati a questo genere di farmaci (come l’effetto fortemente sedativo che alcuni di essi provocano) e il possibile peggioramento delle performance cognitive nei bambini che li assumono.


La psicoterapia è fortemente consigliata in questi casi, sia in età evolutiva che in età adulta in quanto utile a scandagliare i conflitti più profondi che il tic sembra voler scongiurare a livello comportamentale. Spesso si raccomanda di affiancare al cammino psicologico anche un percorso che insegni al soggetto alcune efficaci tecniche di rilassamento della muscolatura volontaria

In psicoanalisi il tic viene interpretato come manifestazione di spostamento di un nucleo conflittuale o di conversione somatica di un problema psichico ben più radicato che viene trasformato in un problema corporeo. Il significato del tic soggiace a livello inconscio (il soggetto ne è inconsapevole) ma può essere efficacemente indagato attraverso la psicoterapia psicoanalitica. 
 

Secondo Jervis il tic rappresenta una forma di rituale ossessivo (al pari del continuo controllo dell’interruttore del gas o della porta di casa): per esempio, strizzare l’occhio può portare fortuna in un momento critico, alzare la spalla può scongiurare eventi molesti, arricciare il naso può mostrare diffidenza e generare un apparente senso di superiorità.

Secondo la nosografia ufficiale (Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali, IV-TR), esistono alcune sindromi da tic: il disturbo cronico da tic, il disturbo transitorio e quello non altrimenti specificato. In tutti i casi il soggetto viene categorizzato in base ad alcuni criteri diagnostici basati sull’età di esordio, la durata, la varietà del sintomo. Tra questi disturbi esiste una vera e propria sindrome nota come sindrome di Tourette che non deve essere confusa con il semplice comportamento ticcoso: tale sindrome costituisce, infatti, una vera e propria entità clinica identificabile e trattabile da specialisti del campo.

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