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L’aria condizionata non fa male, se…

Sanihelp.it – Negli ultimi anni, viviamo estati più umide e caratterizzate da temperature al di sopra della media, fattori che rappresentano un rischio per la nostra salute. Regolare il microclima degli ambienti in cui trascorriamo le nostre giornate si rivela quindi fondamentale e la soluzione migliore è senza dubbio il condizionatore.


L’uso e l’abuso di aria condizionata è però al centro di una diatriba che riguarda i presunti effetti negativi della stessa sulla nostra salute, sia nell’ambito degli ambienti lavorativi che di quelli domestici.

Come comportarsi dunque? Lo abbiamo chiesto al professor Vittorio Cardaci, Responsabile del Reparto di Pneumologia Riabilitativa dell’IRCCS San Raffaele Pisana di Roma, che evidenzia come la problematica generata dall’utilizzo di un condizionatore può essere inquadrata su due differenti livelli.

«Sotto il primo aspetto, la refrigerazione di un ambiente (meglio la deumidificazione) non rappresenta un problema fine a se stesso per la temperatura raggiunta nell’ambiente, ma quello che risulta altamente nocivo per la salute è il passaggio da ambienti caldi ad ambienti climatizzati.

In particolare le alte temperature estive e il notevole tasso di umidità portano a una sudorazione profusa: in quel momento il passaggio a un ambiente percepito come freddo e comunque con escursione termica notevole (in taluni casi anche sino a 20 gradi in meno) risulta essere dannoso in generale, ma soprattutto per chi soffre di malattie respiratorie croniche».

In tali malati infatti, questi stress ambientali, sudorazione e rapido cambio termico rappresentano una frequente causa di riacutizzazioni bronchiali con quadri che possono facilmente evolvere verso bronchiti e broncopolmoniti.

«Il secondo problema – conclude Cardaci – è rappresentato dalla non pulizia degli impianti di condizionamento, che devono essere igienizzati e manutenuti regolarmente. In tali sistemi tendono ad albergare e proliferare germi molto patogeni (legionella) responsabili di gravi infezioni respiratorie che in soggetti anziani e particolarmente defedati possono portare anche a conseguenze molto gravi».


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