Sanihelp.it – I ricercatori dell’Università San Raffaele di Milano e del Consiglio Nazionale delle Ricerche hanno dimostrato, nell’uomo e nell’animale, cosa accade nella fisiologia respiratoria quando i giovani individui vivono difficoltà e avversità, come le esperienze di distacco precoce dai genitori.
Un parametro chiave che cambia in risposta a questi frangenti è la sensibilità a stimoli soffocatori. Sia umani che topi manifestano risposte respiratorie molto più marcate, iperventilando in presenza d’aria lievemente arricchita in anidride carbonica, se hanno vissuto in infanzia delle difficoltà come la separazione precoce dai genitori.
Questo tratto psicobiologico è però importante non solo per la regolazione del respiro, ma anche per la nostra vita mentale, essendo uno dei parametri alterati negli attacchi di panico (spesso contraddistinti da un senso soggettivo di soffocamento) e nel disturbo d’ansia da separazione nell’infanzia.
Le nuove evidenze raccolte dai ricercatori mostrano come il segnale genetico alla base della risposta respiratoria cresce sproporzionatamente al crescere del grado di avversità ambientale. Inoltre, se l’esposizione avviene in età infantile, l’alterazione respiratoria si instaura e resta stabile almeno nella prima parte dell’età adulta.
Attraverso la collaborazione con l’Università Laval in Canada e Genomnia, una company milanese di sequenziamento massivo, gli esperti dovranno essere presto in grado di leggere alcuni cambiamenti di espressione genica che si verificano nell’encefalo di questi animali. La missione è quella di aumentare le conoscenze dei meccanismi genetici e ambientali che influenzano manifestazioni ansiose nei bambini e giovani adulti, migliorandole strategie di prevenzione, diagnosi precoce e terapia.
Il passo successivo sarà quello di valutare con le moderne tecniche di sequenziamento massivo quali sono i geni che vengono programmati dall’ambiente ostile attraverso modifiche epigenetiche.