Sanihelp.it – La dottoressa Cristiana De Ranieri dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma (www.ospedalebambinogesu.it) ci accompagna a scoprire il mondo delle paure infantili.
La paura è un’esperienza naturale nella specie umana, rappresenta una preparazione psicologica e intellettuale necessaria ad affrontare una situazione pericolosa: esorta alla prudenza e aiuta a valutare un rischio. Le paure però chiedono di essere superate: l’elaborazione di una propria paura rafforza la stima in se stessi.
Fin da piccolo il bambino sperimenta le prime forme di paura condizionate dalla crescita e che lo accompagneranno nel corso della sua evoluzione. Tali paure, anche se superate, potranno, infatti, ripresentarsi nel corso della crescita e in occasione di eventi o esperienze (nascite, lutti, cambiamenti di casa, di scuola).
Una forma primaria di paura è quella relativa alla perdita dello stretto rapporto con la mamma, rapporto veicolato dal contatto fisico (il tocco, la voce e l'odore della mamma).
Intorno agli otto mesi può manifestarsi il timore delle persone estranee. Questa emozione è collegata a una nuova capacità: quella di riconoscere una persona estranea rispetto a una familiare. Un istinto autoprotettivo spinge il bambino a un’iniziale diffidenza rispetto l’estraneo che non sa qualificare come buono o cattivo.
Tra il dodicesimo e il diciottesimo mese di vita si manifestano le prime paure di separazione, che indicano una tappa evolutiva: in questa fase, infatti, il bambino inizia a gattonare, separandosi per la prima volta dall’ambiente familiare; più tardi comincia a camminare, a correre via, a staccarsi cioè consapevolmente.
Cosa fare quando un bambino manifesta paura?
– La paura va rispettata e non ridicolizzata, accettata nel suo aspetto emotivo e non razionalizzata.
– Le paure vanno accolte come un aspetto della crescita e non usate come arma per far crescere.
– La fiducia in sé va valorizzata affinché il bambino si senta capace di affrontare le proprie paure.
– Non bisogna pretendere troppo rispetto alle reali capacità del bambino.
– É bene aiutare il bambino a capire e valutare le conseguenze dannose di un suo comportamento, senza però intimorirlo oltremisura.
– Le punizioni vanno somministrate con coerenza poiché i bambini hanno bisogno di conoscere e riconoscere le regole.
– Alle naturali paure del bambino non vanno aggiunte le nostre paure, né le nostre eventuali preoccupazioni o angosce.