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Cuore: defibrillatori e pacemaker controllati a distanza

Sanihelp.it – Nel 2007, presso l’Ospedale San Filippo Neri di Roma, un portatore di defibrillatore impiantabile effettuava la prima trasmissione remota di dati in Italia. Dopo poco più di 4 anni, oggi i portatori di dispositivi cardiaci impiantabili, connessi con 200 ospedali, sono oltre 13.000, per un totale di oltre 100.000 trasmissioni remote effettuate per la loro gestione.


Grazie alla telemedicina, i medici possono migliorare la gestione dei portatori di pacemaker o defibrillatori. Con un semplice click, il medico o il personale infermieristico accede a una quantità di informazioni su tutta la propria popolazione di pazienti.

Con queste novità tecnologiche, è oggi possibile individuare i pazienti che necessitano di maggiori attenzioni, per esempio per l’insorgenza di episodi aritmici, e adottare con maggior tempestività i provvedimenti terapeutici più appropriati.

Allo stesso modo, si può ottimizzare il funzionamento del dispositivo impiantabile, grazie alla possibilità di scoprire rapidamente eventuali parametri che necessitino di aggiustamenti. I dati clinici accessibili consentono l’aggregazione e la condivisione tra diverse realtà ospedaliere.

Questa tecnologia ha reso possibile una significativa riduzione del numero di visite ambulatoriali e del tempo del personale medico-infermieristico dedicato al follow up. Ciò contribuisce a ottimizzare le risorse. Tuttavia, al momento la prestazione non è ancora riconosciuta a livello tariffario.

L’ospedale si arricchirà a breve di un’altra novità: un monitor-trasmettitore, con cui sarà possibile controllare tutti i dispositivi impiantabili, sia in ambiente ospedaliero sia sul territorio.

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