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Insufficienza renale: dialisi da casa è sempre da preferire

Sanihelp.it – Oltre 40 mila italiani affetti da compromissione renale cronica si recano tre volte a settimana in ospedale per sottoporsi all’emodialisi, perdendo la possibilità di vivere una vita normale.


L’alternativa esiste e si chiama dialisi peritoneale domiciliare. Grazie a questa tipologia di trattamento un malato può decidere di eseguire la terapia a casa – di giorno o di notte – senza alterare il proprio stile di vita e le proprie abitudini. Nonostante la dialisi peritoneale domiciliare sia indicata per la maggior parte dei malati, a oggi la percentuale di utilizzo di questa metodica non supera il 10%.

Questa metodica potrebbe portare anche a un risparmio considerevole nei costi sanitari delle Regioni, se fosse applicata in maniera più incisiva. Lo dimostrano due esperienze, una del Piemonte e una della Sicilia, che, con progetti simili, hanno promosso e sostenuto lo sviluppo della dialisi peritoneale e quindi la domiciliazione delle cure a casa dei pazienti.

A distanza di un anno i dati mostrano come si è incrementato il numero di terapie domiciliari e si sono ridotte di 1/3 le spese di gestione della malattia da parte della sanità pubblica regionale.

A livello domiciliare oggi, in alcuni centri in via sperimentale, è possibile per il malato avere anche un'assistenza infermieristica a casa, grazie al servizio Home Care di Baxter.

All’orizzonte si prevede anche l’implementazione della videodialisi, in sperimentazione ad Alba: consentirà un ulteriore sviluppo della dialisi domiciliare. A casa del paziente viene installata una videocamera di alta qualità, collegata a un monitor e a una linea telefonica: così paziente e centro dialisi sono sempre in contatto e anche le più piccole problematiche possono essere risolte a distanza.

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