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La ricostruzione della mammella

Sanihelp.itLa ricostruzione della mammella
Negli ultimi anni le tecniche ricostruttive ed in particolare le metodiche di ricostruzione mammaria si sono molto affinate portando a buoni risultati in tempi ragionevoli; ciò significa per la paziente mastectomizzata un grande supporto psicologico quando va incontro ad un intervento demolitivo, in quanto sa poter recuperare ciò che per malattia le verrà asportato.
Oggi sono disponibili diverse opzioni per chi decide di sottoporsi a questo tipo di chirurgia ricostruttiva tali da poter garantire la scelta più giusta a seconda dei casi.
Sono molti i fattori da considerare nel caso di una ricostruzione mammaria e le informazioni da fornire alle paziente che si rivolgono a noi per questo tipo di problema.


La prima decisione da prendere quando si considera un intervento di ricostruzione mammaria dopo mastectomia riguarda i tempi dell’intervento che può essere effettuato al momento stesso della mastectomia (ricostruzione immediata) oppure settimane, mesi o addirittura anni dopo (ricostruzione differita). Questa prima decisione va presa insieme al chirurgo generale e al chirurgo plastico.
La decisione successiva riguarda il tipo di procedura ricostruttiva da effettuare.
 
La ricostruzione può essere effettuata utilizzando vari metodi:
-impiegando solo tessuti del paziente stesso(ricostruzione con lembi);
-utilizzando impianti protesici da inserire in regione mammaria (ricostruzione con espansori mammari e con protesi);
-utilizzando una combinazione delle due metodiche.
Il tipo di procedura da scegliere dipende innanzitutto dal tipo di mastectomia effettuata, dal tipo di lesione che ha reso necessaria la mastectomia, dalle terapie mediche-oncologiche da effettuare e dalle condizioni generali di salute.

Ricostruzione con lembi
La metodica chirurgica prevede l’utilizzo di tessuti della paziente stessa che vengono trasferiti da una zona del corpo, in genere dal dorso o dall’addome, per ricreare una nuova mammella. Il tessuto che viene trasferito, costituito dalla cute e da una porzione di muscolo, è chiamato lembo.

Il lembo può essere trasferito facendolo passare attraverso un tunnel apposito creato sotto la cute dalla zona donatrice alla quale rimane collegato e dalla quale riceve il supporto nutritivo (lembo di rotazione). In altri casi invece, esso viene completamente rimosso dalla zona, insieme ai vasi che lo nutrono, e trasferito nella regione mammaria dove viene collegato ai vasi con delle suture effettuate al microscopio (lembo microvascolare).

Per il primo tipo di procedura sono solitamente impiegati due lembi chiamati Gran Dorsale e Retto dell’Addome.
Il lembo di Gran Dorsale consente di utilizzare parte della cute e di muscolo dalla zona del dorso che viene trasferito per ricreare la mammella, mentre il lembo di retto dell’Addome impiega parte dei tessuti della regione bassa dell’addome per la ricostruzione

Espansione tessutale
L’altra metodica ricostruttiva prevede l’utilizzo di un espansore tessutale e la sua successiva sostituzione con una protesi mammaria interna definitiva.
L’espansore è costituito da un sacchetto vuoto che viene impiantato in regione mammaria al di sotto della pelle e del muscolo pettorale, che viene gradualmente riempito con soluzione fisiologica, a cadenza settimanale o quindicinale per circa 3-4 mesi, per poter ottenere una lenta distensione della cute sufficiente a contenere una protesi mammaria definitiva del volume desiderato.

Quando la cute ottenuta in questo modo è stata sufficientemente espansa l’espansore viene rimosso e al suo posto viene inserita una protesi definitiva.


Procedure combinate
In alcuni casi, a seconda del tipo di mastectomia effettuata è necessario posizionare una protesi mammaria definitiva al di sotto di un lembo quando questo non consente da solo di ottenere una buona simmetria di volumi tra le due mammella.

In altri casi, invece, quando la cute della regione mammaria lasciata dopo la mastectomia è sufficiente a contenere una protesi definitiva, si può evitare di ricorrere all’inserimento dell’espansore e quindi si posiziona la protesi direttamente sotto il muscolo pettorale senza dovere espandere la cute sopra di esso.

Spesso per poter ottenere una buona simmetria è necessario un intervento correttivo anche sulla mammella sana. Può essere necessaria una mastopessi se la mammella controlaterale è scesa; in alcuni casi se la mammella sana è molto piccola può essere necessario inserire una protesi per ottenere una simmetria, se invece la mammella sana è molto voluminosa può essere necessario effettuare una sua riduzione.

Ricostruzione di areola e capezzolo
L’ultimo atto di una ricostruzione mammaria indipendentemente dal tipo di tecnica scelta prevede la ricostruzione dell’areola e del capezzolo. Questo ultimo ma importante passo che conferisce alla mammella ricostruita un aspetto simile alla mammella asportata viene generalmente effettuato utilizzando parte dei tessuti del complesso areola-capezzolo della mammella sana oppure tatuando la mammella ricostruita e ricreando il capezzolo con piccoli lembi cutanei di rotazione che utilizzano i tessuti tatuati. Queste sono procedure che possono essere effettuate in anestesia locale e che in genere non prevedono ricovero in Ospedale.

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FonteAICE

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