Sanihelp.it – Nome scientifico: Solanum Lycopersicum Esculentum.
Pianta: solanacea. È un tipo di pianta caratterizzata da petali saldati insieme e frutti a forma di bacca o di capsula; alcune specie sono velenose, per esempio Atropa belladonna, altre invece sono molto usate all’interno della dieta dell’uomo (es: Solanum tuberosum = la patata e S. lycopersicum = il pomodoro).
Origine: America Latina.
Etimologia: L’origine del nome pomodoro è legata al fatto che inizialmente questo frutto fosse giallo o color oro. Molti i nomi con cui il pomodoro venne chiamato grazie alle sue caratteristiche afrodisiache e alla sua forma caratteristica che ricorda il seno femminile: pomme d’amour dai francesi, love apple dagli inglesi, Liebesapfel dai tedeschi e pomo d’oro dagli italiani. Se molte fonti storiche fanno risalire il nome dalla storpiatura di pomo dei mor, a ricordo della possibile origine araba, oggi, a eccezione della nostra lingua, il nome si è riappropriato in tutte le lingua della radice originaria atzeca: tomat.
Principi costituenti: 90% di acqua, 4% di glucidi e 1% di protidi; ha buone quantità di vitamine B1, B2, PP, A, C (presenti per lo più a completa maturazione del frutto), acidi organici, carotenoidi (licopene) e minerali quali potassio, fosforo, ferro e calcio.
Proprietà: astringenti, diuretiche, lassative, rinfrescanti, benefiche per gli artritici, per chi soffre di gotta, reumatismi, inappetenza e disturbi vari della pelle, come psoriasi, punture di insetti e acne.
Controindicazioni: Il pomodoro non è molto digeribile, soprattutto se è troppo cotto, per cui a chi ha problemi digestivi si consigliano salse leggere. Inoltre è un alimento poco nutriente poiché composto per oltre il 90% di acqua. I frutti verdi o appena coloriti contengono solanina, un alcaloide che può renderli tossici se mangiati in grandi quantità, e acido ossalico, che favorisce la formazione di calcoli renali e può interferire con l’assorbimento del calcio.
Parti utilizzate: solo il frutto, poiché foglie e fusti sono tossici.
Nulla viene scartato finita la lavorazione: i residui infatti (dopo l’estrazione dell’olio dai semi) vengono utilizzati per la preparazione di mangime a uso zootecnico, o anche per ricavare materiali ecologici come shopper e buste.
Raccolta-conservazione: leggi l’articolo.
Produzione media: molto variabile, può considerarsi buona la produzione fra i 700 e gli 800 quintali ettaro per il pomodoro da tavola e fra i 500 e i 600 quintali ettaro per il prodotto destinato alla lavorazione industriale (pelati, passate, concentrati e succhi). Secondo l’ISTAT, fra le aree produttive regionali italiane, la Puglia produce il 44% di pomodori da sugo, l’Emilia Romagna il 20%, seguita dalla Campania con il 6% e dal pool Calabria, Lazio, Lombardia, Basilicata con il 4%, Sicilia e Toscana il 3%, il Veneto il 2% e la sommatoria delle regioni restanti danno il 6% del totale nazionale. Il tutto per un globale 5.980.430 tonnellate di prodotto.