Sanihelp.it – Migliora le funzioni mentali, rallenta l’invecchiamento e stimola la potenza sessuale nell’uomo. Non è una pozione magica, ma la ginkgo biloba, una pianta originaria della Cina e del Giappone, appartenente alla famiglia delle Ginkgoaceae. Il nome proviene dalla traduzione del giapponese Yin-Kwo (frutto d’argento), mentre il nome della specie biloba è dovuto alla forma bilobata delle foglie.
Il ginkgo biloba deve la sua notorietà alle innumerevoli proprietà benefiche che i suoi principi attiva hanno sulla salute dell’uomo.
I terpeni, come il ginkgolide B, sono implicati nell’aggregazione piastrinica, nella tromboformazione, nell’aterogenesi e nell’iperpermeabilità capillare.
Polifenoli e flavonoidi (ginketolo, isiginketolo, bilabetolo, ginkolide) svolgono invece un’attività vasodilatatrice sulle arterie, aumentano il tono venoso e la circolazione cerebrale, e agiscono sulle membrane cellulari, stabilizzandole. Per questo, il ginko biloba viene usato per migliorare l’afflusso di sangue al cervello, per migliorare la memoria e lo stato di coscienza nell’anziano e per rallentare la progressione della malattia di Alzhaimer.
Inoltre, il ginkolide contenuto nelle sue foglie blocca la perossidazione lipidica e la formazione di radicali liberi, rallentando l’invecchiamento e regolarizzando la secrezione sebacea. Per questo i preparati a base di ginkgo biloba sono indicati in caso di pelle secca e devitalizzata.
Le dosi di estratto secco di foglie di ginkgo biloba utilizzate in terapia oscillano tra 112 e 200 mg, al giorno di solito suddivise in 3 dosi.
L’attività terapeutica della pianta sembra essere dovuta principalmente alla attività antiossidante ed antagonista del cosiddetto fattore attivante le piastrine (Platelet activating factor; PAF) dei principi attivi in essa contenuti.
I suoi effetti collaterali sono ridotti a moderati disturbi gastrointestinali e cefalea. Tuttavia, in attesa di ulteriori informazioni, oggi non disponibili, bisognerebbe essere cauti nell’associare al ginkgo farmaci quali aspirina, warfarina e altri anticoagulanti e antiaggreganti piastrinici, ma anche vitamina E ed aglio che possono influenzare la coagulazione.