Sanihelp.it – Lo snowkite è una novità che porta un po’ di colore sulle nostre nevi, ma come spesso accade nel mondo dello sport non è una novità assoluta: è infatti un’attività multidisciplinare che nasce come unione di sci/snowboard e aquilonismo da trazione.
Cosa differenzia questa disciplina da quelle che incorpora?
Lo snowkite consente di essere indipendenti e autonomi dagli impianti di risalita: infatti la trazione che il vento esercita sulla vela permette di risalire le montagne senza doversi appoggiare agli impianti standard, evitando così anche spiacevoli code nei periodi di maggiore affluenza.
Anche rispetto al kitesurf abbiamo dei vantaggi: infatti nella versione estiva per vincere la resistenza dell’acqua e riuscire a planare, lo sportivo ha bisogno di una vela di grandi dimensioni e di conseguenza una notevole forza per gestirla. Sulla neve invece basta che il vento soffi a 15 km orari per lasciarsi trasportare.
L’aquilone usato sulla neve è a cassoni, non rigido, ciò consente all’atleta di fermare la vela in qualsiasi momento, soprattutto in caso di pericolo.
Le manovre principali di questo sport sono tre: andatura, risalita e salto.
Per andatura intendiamo la possibilità di percorrere territori pianeggianti sospinti dal vento anche a elevate velocità; per risalita la possibilità unica di risalire pendii senza ricorrere agli impianti, andando a scoprire posti meravigliosi, difficilmente accessibili dagli sciatori classici.
Il salto rappresenta forse la manovra più spettacolare che offre il brivido di librarsi in aria anche per 30 secondi, per poi riatterrare e ripartire.
Come ama ricordare Michele Alì, grande sportivo amante del kite in tutte le sue forme: « Il gioco non è saltare ma usare la montagna in 3D: salire,scendere ,percorrerla in contro pendenza. È un parco giochi naturale».
Viene proprio voglia di provare.