Sanihelp.it – Una volta il cambio di sesso era considerato un evento eccezionale.
Tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 la parola d’ordine per chi voleva effettivamente mutare il proprio corpo, non riconoscendosi nell’abito fisico fornitogli dalla natura, era Casablanca, nel senso che quella pareva la terra promessa per chiunque volesse farsi operare.
Oggi cambiare sesso, pur non essendo meno impegnativo da un punto di vista fisico e personale, può per fortuna essere fatto anche all’interno delle strutture ospedaliere del Paese di origine, con risultati sempre migliori.
Così dopo 30 anni di evoluzione delle tecnologie chirurgiche iniziano le prime valutazioni riguardo alla qualità della vita e alla soddisfazione di coloro che hanno mutato sesso. E ne sono state studiate le preferenze sessuali da un punto di vista statistico da un gruppo di psicologi della Massey University di Auckland, in Nuova Zelanda.
Il risultato dello studio indica come gli uomini che sono diventati donne prediligano rapporti con uomini giovani, possibilmente non impegnati e per incontri che non preludono a impegni a lungo termine. La novità che tuttavia emerge in maniera chiara è come un buon terzo del campione, il cui totale è stato di 234 individui, manifesti comunque una attrazione verso le donne.
Si tratta forse di un pentimento? Di un retaggio maschile?
Niente di tutto questo. Secondo gli esperti sembra che la scelta di indirizzare il proprio desiderio sessuale nei confronti di altre donne dipenda da una particolare disposizione psicologica, chiamata autoginefilia. In particolare queste persone sono talmente innamorate del corpo femminile che oltre a volerne uno per loro stesse, nel quale riconoscersi, desiderano anche approcci sessuali con corpi simili al loro. Senza che questa venga presa per una forzatura, è come se la loro sessualità non fosse mai stata eterosessuale, ma omosessuale al femminile.