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Alzheimer: nuove speranze da uno studio italiano

Sanihelp.it – È stata individuata da ricercatori dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano una possibile strategia terapeutica innovativa per il trattamento della malattia di Alzheimer. La ricerca ha evidenziato il ruolo chiave dell’enzima JNK, dimostrando il suo coinvolgimento nella generazione e nella progressione dell'Alzheimer.


L’enzima JNK, infatti, agisce su due proteine-chiave nella neurodegenerazione cellulare: la proteina amiloide, responsabile della formazione delle specie neurotossiche, i frammenti di beta amiloide, e la proteina tau, responsabile dei grovigli neurofibrillari.

Partendo da questa scoperta, i ricercatori hanno messo a punto e somministrato il primo trattamento cronico con un peptide inibitore di JNK su un topo affetto d’ Alzheimer. L’inibitore specifico utilizzato, il D-JNKI1, si è dimostrato in grado di prevenire l’azione dell’enzima JNK su entrambi i markers.

Il trattamento cronico con D-JNKI1, somministrato in una fase conclamata della malattia, è stato in grado di annullare completamente i deficit cognitivi (perdita di memoria) e le alterazioni elettrofisiologiche caratteristiche della malattia (mal funzionamento dei neuroni dell’ippocampo), senza effetti collaterali rilevanti.

D-JNKI1, inoltre, ha permesso di ridurre in modo significativo la produzione di oligomeri di beta amiloide, le specie neurotossiche, il deposito di placche senili nel parenchima cerebrale e la fosforilazione della proteina Tau.

Il trattamento apre nuove speranze per lo sviluppo di farmaci in grado di curare la malattia di Alzheimer, la forma più comune di demenza neurodegenerativa: fra gli ottantenni, uno su tre ne è affetto e si calcola che nel mondo siano oltre 26 milioni le persone malate.

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