Sanihelp.it – Dato il diverso livello di sensibilità e di feeling con la creatura, molte faccende vengono considerate appannaggio materno, in parte comprensibilmente, ma in parte anche con un buon margine di “scantonamento” dovuto alla scarsa propensione paterna per certe incombenze considerate poco virili. In realtà questa scarsa disponibilità paterna a confrontarsi con i cimenti apparentemente meno nobili, sottolineo “apparentemente”, nascondono di fatto l'incapacità tipicamente maschile di uscire dal proprio seminato e ciò per ragioni non semplicemente storiche, ma addirittura preistoriche. Quando non eravamo infatti altro che orde di cacciatori-raccoglitori, gli uomini potevano permettersi di dedicarsi all'attività che volevano senza altri pensieri, mentre alle donne toccava tutto il resto a causa della presenza dei piccoli da accudire. E allora vai di raccolta, accudimento pargoli, preparazione e mantenimento dell'accampamento… in pratica, al di fuori della caccia, tutto! È forse cambiato qualcosa in centinaia di migliaia d'anni d'evoluzione? Purtroppo no, se non che l'uomo dovrebbe essersi reso conto di ciò che si sta perde e di ciò di cui sta privando il proprio bambino. Sicuramente è una questione di aiuto alla madre, anche se centinaia di migliaia d'anni di evoluzione hanno reso la donna molto più multitasking di qualsiasi sistema operativo moderno, ma anche e soprattutto di offrire al proprio bambino la rassicurazione che ogni istante e in ogni gesto la madre si premura di confermare: “io ci sono, io ti amo, io mi prendo cura di te”. Nell'ipotetico disegno che vostro figlio farà pensando a lui con voi sarebbe bello che si ponesse perfettamente nel mezzo, prendendo per mano sia la mamma che il papà.