Sanihelp.it – Si deve a un’importante collaborazione di stampo internazionale ma coordinata dall’Istituto Mario Negri di Milano, la scoperta che l’inibizione di una proteina endogena del sangue (Mannose Binding Lectin – MBL) è capace di ridurre il danno cerebrale causato da un ictus.
Spiega Maria Grazia De Simoni, Responsabile del Laboratorio infiammazione e malattie del sistema nervoso dell'Istituto Mario Negri e coordinatrice della ricerca: «Si possono identificare due aspetti importanti nel nostro studio. La nostra ricerca innanzitutto svela un meccanismo completamente nuovo responsabile del danno cerebrale indotto da ictus, molto precoce e caratterizzato dalla deposizione della proteina MBL sui microvasi cerebrali ischemici. In secondo luogo dimostra che interferire con questo meccanismo bloccando MBL con diverse strategie farmacologiche consente di ridurre il danno cerebrale con una finestra terapeutica d'intervento di 18-24 ore».
Nonostante siano stati fatti importanti passi avanti nella gestione dei pazienti ischemici (diagnosi precoce, trombolisi, creazione di stroke unit e riabilitazione), l'ictus è una malattia dalla prognosi sfavorevole ed è una delle principali cause di morte e la prima causa di disabilità grave nei paesi industrializzati. «Per questi motivi è necessario identificare nuove terapie efficaci contro l'ictus che abbiano una finestra terapeutica più ampia, con lo scopo di aumentare la percentuale di pazienti che possa beneficiarne. La scoperta che inibire MBL in maniera specifica conferisce protezione anche quando si interviene molte ore dopo l'evento ischemico consentirà di sviluppare una nuova e promettente terapia per i pazienti colpiti da ictus».