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Scompenso: nuovi device si adattano alle esigenze del cuore

Sanihelp.it – Nel mondo ne soffrono più di 22 milioni di persone, con un’incidenza pari a 2 milioni di casi l’anno. Solo in Italia, i malati sono 747 mila. Si tratta dello scompenso cardiaco, una patologia che rappresenta 1-2% della spesa totale per l’assistenza sanitaria in Europa e negli Stati Uniti.


Una spesa che potrebbe essere ridotta, grazie al nuovo sistema per la resincronizzazione cardiaca, da poco disponibile, che permette di aumentare la risposta alla terapia e ridurre i costi della gestione del malato. Consente di adeguare la stimolazione del cuore alle necessità del momento, migliorando la contrazione del muscolo cardiaco.

Nonostante i dispositivi impiantabili siano sempre meno invasivi e di facile applicazione, esiste ancora una percentuale di malati che non beneficiano della terapia. In questo caso il medico ottimizza i parametri del sistema impiantato sulla base delle caratteristiche dell'individuo, manualmente e tramite ecocardiografia. Tuttavia, sono oggi disponibili nuovi resincronizzatori cardiaci che hanno il vantaggio, attraverso un esclusivo algoritmo, di modificare in modo automatico e dinamico questi parametri.

Si tratta di dispositivi appena entrati nella pratica clinica, per cui sarà necessario attendere almeno un anno e aumentare il numero dei individui trattati, prima di valutarne l’impatto clinico: tuttavia, a oggi i risultati sono incoraggianti.

Nel corso del congresso dell’European Society of Cardiology di Monaco sono stati presentati i dati di uno studio in cui si dimostra che i nuovi dispositivi migliorano del 12% il tasso di risposta alla terapia di resincronizzazione nei malati con scompenso cardiaco.

L’evoluzione della tecnologia dei dispositivi cardiaci impiantabili e i progressi della telemedicina sono alla base del successo del Carelink Network, il sistema di controllo remoto dei malati che, entrato in Italia a metà degli anni 2000, oggi conta circa 20 mila individui con dispositivi cardiaci impiantati seguiti a distanza.

Il telemonitoraggio, consentendo un utilizzo ottimale delle capacità diagnostiche dei dispositivi impiantabili, permette di riconoscere precocemente gli eventi clinici rilevanti su cui si può intervenire immediatamente con trattamenti farmacologici o ablativi; aumenta l’appropriatezza dell’intervento medico; permette un miglioramento della qualità di vita dei malati; infine, riduce il ricorso alle visite urgenti per cause cardiache e la degenza ospedaliera.


Inoltre, le nuove tecnologie di telemonitoraggio consentono di decentrare la cura del malato e garantirgli maggiore continuità assistenziale, poiché i dati raccolti da questi sistemi possono essere utilizzati, oltre che dallo specialista che ha eseguito l’impianto, anche dal medico di famiglia.

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