Sanihelp.it – Uno studio condotto all’Università La Sapienza, Ospedale Santa Maria Gorettti di Latina, ha valutato la dose efficace dell’ormone tiroideo in malati ipotiroidei con concomitante intolleranza al lattosio.
In persone ipotiroidee con patologie gastrointestinali (morbo celiaco, infezione da Helicobacter pylori, gastriti croniche, parassitosi intestinali) è necessario un aumento della dose di levotiroxina.
Questo studio dimostra che la dose deve essere aumentata di circa un terzo rispetto alla dose ottimale, anche in individui intolleranti al lattosio che non seguono una dieta priva di latte e suoi derivati.
Oggi questo problema è superato dalla disponibilità di nuove formulazioni di levotiroxina in capsule molli o in soluzione liquida, totalmente prive di lattosio. Queste preparazioni sembrano garantire un migliore assorbimento dell’ormone per la loro superiore solubilità e quindi un più facile raggiungimento della dose minima efficace della tiroxina.
L’intolleranza acquisita al lattosio, che non va confusa con l’allergia alle proteine del latte, è l’incapacità di digerire il principale zucchero del latte, a causa di un deficit dell’enzima lattasi.
L’attività di questo enzima, massimale alla nascita, decresce col progredire dell’età tanto che solo il 30% delle persone è in grado di digerire totalmente il lattosio in età adulta.
Le variazioni geografiche sono ampie: si va da quasi il 100% di intolleranti nelle popolazioni dell’Estremo Oriente al 5% della popolazione britannica, al 40% della popolazione italiana, secondo uno studio pubblicato sulla rivista della Società Italiana di Medicina Generale.
I sintomi tipici sono di tipo gastrointestinale, come dolori addominali, meteorismo e flatulenze, diarrea, nausea e vomito, ma talvolta si associano anche sintomi extraintestinali. Tuttavia la genericità e spesso l’assenza di sintomi fanno si che il 75% degli intolleranti al lattosio non sappia di esserlo.
Il lattosio è presente nel latte e nei suoi derivati in percentuale variabile (panna, formaggi, burro e yogurt), ma come ingrediente lo si ritrova in quantità variabili in quasi tutti i prodotti da forno, nelle salse, nei cibi pronti, nei salumi. È presente anche, come eccipiente, in molti farmaci tra i quali alcune preparazioni in compresse di ormone tiroideo.