Sanihelp.it – La Commissione europea ha riconosciuto a Novartis una nuova indicazione per il farmaco ranibizumab, per il trattamento dei malati con compromissione della vista causata da neovascolarizzazione coroideale secondaria a miopia patologica (CNV miopica).
Questo rende ranibizumab la prima terapia anti-VEGF autorizzata per 4 indicazioni nell’Unione europea. La miopia patologica colpisce spesso gli adulti in età lavorativa ed è una delle principali cause di perdita della vista in tutto il mondo: interessa, infatti, l’1-3% della popolazione. La CNV è la complicanza più diffusa e pericolosa in termini di riduzione della capacità visiva della miopia elevata.
Nei malati non trattati la prognosi a lungo termine è sfavorevole con il 90% circa che sviluppa una grave perdita della vista dopo 5 anni. La perdita visiva, che di solito colpisce le persone prima dei 50 anni, ha un forte impatto sull’attività lavorativa, le aspettative di carriera e la qualità della vita di soggetti in età lavorativa.
Secondo l’indicazione europea, il trattamento inizia con una singola iniezione. Eventuali ulteriori iniezioni si basano su un regime personalizzato. Il ritrattamento dipende dai cambiamenti anatomici e della vista; è necessario un controllo mensile per i primi 2 mesi e poi almeno un monitoraggio trimestrale fino a un anno; nel secondo anno il monitoraggio è a discrezione del medico curante.
Radiance, lo studio clinico sponsorizzato da Novartis e condotto nei pazienti con CNV miopica, dimostra che ranibizumab fornisce un rapido miglioramento dell’acuità visiva risultando superiore in termini di efficacia rispetto all’attuale terapia standard autorizzata, verteporfina PDT. Con una mediana di due sole iniezioni, nel primo anno si evidenzia un miglioramento medio dell’acuità visiva di 14 lettere e oltre il 60% dei pazienti dello studio non ha avuto bisogno di ulteriori iniezioni dopo 6 mesi.
Ranibizumab è un frammento di anticorpo umanizzato progettato per bloccare tutte le forme biologicamente attive del fattore di crescita dell’endotelio vascolare di tipo A (VEGF-A). Aumenti dei livelli di VEGF-A sono stati osservati nella degenerazione maculare correlata all’età in forma umida e in altre patologie oculari, come l’edema maculare diabetico (DME) e l’occlusione venosa retinica (RVO). Ranibizumab è specificamente progettato per l’uso oftalmico, il che riduce al minimo l’esposizione sistemica.