Sanihelp.it – Quali sono le cause?
La spiegazione dell’aumento dei problemi ortodontici è legata al fatto che nelle popolazioni primitive un’ottima funzionalità dentale era indispensabile per sopravvivere e per riprodursi. Infatti un apparato masticatorio efficiente era essenziale per mangiare cibi crudi , parzialmente cotti o di origine vegetale che costituivano l’alimentazione prevalente di mille anni fa.
Sebbene mille anni siano un tempo lungo per una singola vita umana,rappresentano tuttavia un tempo molto breve in una prospettiva evoluzionistica della specie.Nel corso dell’evoluzione , durata migliaia di anni, si è verificata una diminuzione del numero e delle dimensioni dei denti e soprattutto una riduzione della grandezza delle mascelle.
È facile capire come la riduzione delle mascelle se non accompagnata da una corrispondente riduzione del numero e della forma dei denti comporta la mancanza di spazio per gli stessi e diventa causa di affollamento e di mancato allineamento dei denti
E’ meno facile capire come mai questi fenomeni siano aumentati cosi tanto in tempi recenti ma pare che, come per altre malattie della civilizzazione quali il diabete, l’ipertensione e altre patologie cardiovascolari,lo spostamento della popolazione dalle aree rurali a quelle industrializzate e il cambio di abitudini alimentari e di vita giochino un ruolo tra le cause generali delle malocclusioni.
Tra le cause più direttamente in causa dobbiamo annoverare la mancanza congenita di alcuni denti (agenesia), o la sproporzione nelle dimensioni tra denti superiori ed inferiori, cause piuttosto frequenti di combaciamento incorretto o impossibile dei denti tra loro.
I traumi dentali, specie a carico dei denti da latte,in seguito a urti o cadute sono piuttosto frequenti nei bambini e possono creare danni ai denti permanenti sottostanti che vengono dislocati. Se il trauma riguarda i denti permanenti la perdita o la dislocazione richiedono un intervento precoce per impedire ai denti vicini di occupare lo spazio lasciato dal dente perso.
Le fratture mandibolari durante l’infanzia sono un esempio abbastanza comune di incidenti nell’età dello sviluppo; in una piccola percentuale di casi le cicatrizzazioni riparative limitano la crescita della mandibola, talvolta da un solo lato, e la comparsa di asimmetrie.
Altre cause sono quelle legate alla costituzione anatomica locale. Nella bocca si crea un sistema di equilibrio tra le varie componenti funzionali quali le guance, la lingua ,le labbra, le forze di eruzione dei denti e le forze esercitate durante la masticazione. Un’alterazione di una di queste componenti può squilibrare tutto il sistema; ad esempio una lingua di grosse dimensioni (macroglossia) può favorire lo sviluppo eccessivo della mandibola mentre la presenza di forze importanti a livello delle labbra può causare uno spostamento dei denti verso l’interno nell’arcata.
Si discute ancora sulla ereditarietà dei problemi ortodontici. Dati recenti rilevano che non esistono prove certe sul ruolo dell’ereditarietà nelle malocclusioni eccetto forse per i difetti scheletrici. Il prognatismo, caratterizzato dalla presenza di una mandibola troppo sviluppata con mento pronunciato, ha tipicamente una tendenza familiare. I difetti legati al solo malposizionamento dei denti sembrano legati soprattutto a fattori ambientali.
Le abitudini viziate come il succhiamento del pollice che si protrae oltre i sei anni (ovvero dopo la comparsa dei denti permanenti) possono favorire lo sventagliamento degli incisivi superiori verso l’esterno e degli inferiori verso l’interno e la comparsa di un palato stretto.
La respirazione con l’utilizzo della sola bocca e non del naso per lunghi periodi comporta il distacco dei denti tra loro e la tendenza dei denti posteriori a crescere in misura maggiore; in questi casi si rischia la comparsa di un morso aperto anteriore. È la situazione tipica dei bambini con adenoidi non curate o di quelli che continuano a respirare non usando il naso nonostante la correzione del disturbo.
I problemi dentali e scheletrici: quando allarmarsi.
Osservando i nostri figli crescere dovremo fare attenzione a alcuni segnali come il succhiamento del pollice che persiste in età avanzata ; respirazione con la bocca e non col naso dovuta magari alla presenza di adenoidi; traumi dentari dovuti a cadute o altro; dentini da latte molto vicini con mancanza di spazio tra loro; tendenza ad avere il mento sfuggente o viceversa troppo pronunciato etc. Il rilievo di una o più condizioni segnalate dovrebbero indurci a interpellare il dentista per un parere. L’esperto valuterà il problema qualora esso esista e pianificherà un eventuale intervento.
Denti disalineati e storti, aspetto del volto disarmonico, difficoltà nella masticazione sono invece le ragioni principali per cui un adulto può rivolgersi al dentista di fiducia o allo specialista in ortodonzia.
Un’altra ragione, abbastanza tipica è l’insorgenza di disturbi all’articolazione temporo-mandibolare. I sintomi tipici sono: dolore in apertura e chiusura della bocca (accompagnato, in genere, da una serie di rumori simili a click o scrosci durante i movimenti della mandibola); riduzioni dell’apertura della bocca; dislocazione o deviazione della mandibola a destra o sinistra durante i movimenti della masticazione.
Il colloquio con l’esperto
Un primo colloquio investiga eventuali altri casi simili presenti in famiglia e/o traumi; rileva eventuali patologie importanti nello sviluppo dei denti e infine identifica le aspettative e il grado di collaborazione tra medico e paziente.
La fase successiva prevede una visita per osservare il profilo, le caratteristiche facciali e per valutare la situazione orale.
Si passa poi alla fase diagnostica specifica che richiede l’esecuzione di modelli della bocca, che vengono ricavati tramite impronte, per osservare sia i rapporti tra denti superiori ed inferiori che la forma e le dimensioni delle ossa mascellari.
Altri dati necessari vengono acquisiti tramite esecuzione di radiografie. In genere si richiede lo studio radiografico della mano e del polso per valutare la fase di sviluppo scheletrico; la ortopantomografia( detta radiografia panoramica) per avere un quadro della situazione dentaria. Le radiografie del cranio, dette teleradiografie craniche, sono proiezioni di profilo o frontali e consentono di fare tracciati cefalometrici eseguiti a mano o con il computer. I tracciati cefalometrici evidenziano alcuni punti di riferimento sulle ossa e, mediante l’esecuzione di una serie di calcoli, consentono sia di esaminare a fondo i rapporti dentali e scheletrici sia di fare previsioni sullo sviluppo e crescita futura delle ossa mascellari.
L’acquisizione della documentazione radiografica e dei modelli della bocca permetteranno il confronto alla fine del trattamento con la situazione di partenza e le sue evoluzioni.
A diagnosi avvenuta vengono presi in considerazione i costi economici,i tempi di cura,i risultati ottenibili e il vostro grado di collaborazione ovvero la disponibilità a portare le apparecchiature il numero di ore necessarie se si tratta di terapie mobili,o per un determinato numero di mesi se si tratta di ortodonzia fissa.
Una volta impostato il piano di trattamento è consigliabile formalizzare per iscritto i costi e le modalità di pagamento concordati nonchè le terapie che verranno messe in atto,la durata, i rischi, i benefici, gli eventuali compromessi terapeutici non dimenticando il consenso informato da parte dei genitori in caso di minori.
In presenza di gravi problemi tipo le deformità cranio-faciali, le labiopalatoschisi, la sindrome di Crouzon, la microsomia emifaciale etc. è consigliabile rivolgersi a centri specializzati ospedalieri. Nei disturbi o problemi correlati alla crescita tipo l’artrite reumatoide il trattamento ortodontico specifico deve essere condotto sulla base di un adeguato controllo della patologia .
I problemi nell’infanzia e adolescenza
Nella prima infanzia sono pochi i casi in cui è opportuno effettuare trattamenti e, in ogni caso, devono essere limitati al minimo indispensabile. Anche nei casi in cui si manifesta la tendenza ad avere problemi alle «ossa» l’uso di apparecchiature ortopediche è spesso sconsigliabile in quanto i modesti risultati che si ottengono vengono poi persi nel corso di crescita a meno che non si insista a lungo con il trattamento stancando il bambino.
Il momento migliore di effettuare la terapia è quello di massima crescita che in genere è intorno alla pubertà. L’infanzia è invece il periodo migliore per cercare di correggere le abitudini viziate come l’uso del ciuccio o del dito o la tendenza a porre la lingua in mezzo ai denti per deglutire .
In questa fase il genitore dovrebbe fare attenzione alla respirazione del bambino (uso corretto del naso nella respirazione) oppure all’allineamento dei dentini da latte perché è importante che i denti permanenti abbiano spazio sufficiente per crescere.
La perdita precoce del secondo molarino da latte o la presenza di interferenze tra i dentini sono gli unici casi in cui è utile intervenire.Se i genitori notano che il bambino porta la mandibola in posizioni strane (ad esempio in avanti o di lato) questo può essere dovuto a un contatto anomalo tra due dentini che si toccano prima degli altri. In questi casi basta un piccolo ritocco da parte del dentista sul punto interessato per riportare la bocca in posizione normale.
Tra i sei e i dodici anni (fase di cambiamento dei denti con la comparsa dei primi denti definitivi) è solitamente il periodo migliore per l’inizio di eventuali trattamenti con apparecchi. La presenza di spaziature tra gli incisivi è abbastanza frequente prima della comparsa dei canini che avviene intorno ai dodici anni; talvolta è dovuta a un’anomalia del filetto (frenulo )superiore e in tal caso un piccolo intervento di rimozione (frenulectomia) può essere di aiuto.
L’adolescenza è il periodo migliore sia per i trattamenti ortodontici con apparecchi fissi che spostano i denti sia per i trattamenti sulle ossa con gli apparecchi mobili ortopedici che sfruttando l’ultima fase della crescita possono guidarla.
Se è necessario si ricorre a estrazioni per creare spazio mentre i denti inclusi (denti rimasti nell’osso) vengono recuperati e riportati in arcata.
I problemi in età adulta
A crescita completata il trattamento viene in genere pianificato per ragioni estetiche o funzionali. Talvolta è necessario fare alcune correzioni prima di eseguire terapie volte al ripristino dei denti mancanti. La perdita di uno o piu elementi dentari comporta lo spostamento dei denti vicini che possono piegarsi o di quelli opposti al dente perso che possono scendere nell’arcata.
Il tipo di terapia che in genere si pratica nell’adulto è quella mediante apparecchio fisso che deve essere tenuto per periodi piuttosto lunghi poiché l’osso adulto richiede degli spostamenti lenti e costanti.
Spesso anche dopo la fine della terapia è necessario utilizzare apparecchi mobili detti di contenzione per mantenere i denti fermi nelle posizioni ottenute e impedire le recidive.
I difetti scheletrici nell’adulto non sono suscettibili di terapia ortopedica in quanto non è più possibile una crescita ulteriore. L’unica eccezione è la ristrettezza del palato che talora può essere corretta con un apparecchio allargatore ma non oltre i venticinque, trent’anni ossia prima della completa ossificazione tra le ossa del palato.
In tutti gli altri casi in presenza di difetti scheletrici ,si deve intervenire chirurgicamente sulle basi ossee.
Gli interventi chirurgici vengono effettuati sia sulle basi ossee della mascella o della mandibola sia su entrambe onde ripristinare i giusti valori e proporzioni. Prima dell’intervento è necessario portare un apparecchio fisso (ortodonzia prechirurgica) per preparare i denti nella posizione ideale rispetto alla nuova situazione ossea che si otterrà con l’operazione.
Dopo la correzione chirurgica e al termine della convalescenza è possibile che ci sia necessario un ulteriore allineamento dentario per completare il trattamento.
Come è fatto un apparecchio ortodontico?
Gli apparecchi che più comunemente possiamo notare incontrando persone con problemi dentali sono gli espansori palatali (fissi oppure rimovibili che servono per allargare i palati stretti e per guidare la crescita delle ossa.
Le placche mobili per stimolare la crescita in avanti della mandibola in caso di mento sfuggente o per favorire l’apertura del morso in caso di viso corto e morso profondo.
Maschera di Delaire
Apparecchi come il baffo che ha una trazione extraorale usata in caso di mento sfuggente per limitare la crescita del mascellare superiore o la mentoniera per limitare la crescita della mandibola in caso di mento pronunciato o infine apparecchi per limitare la crescita della mandibola e stimolare quella della mascella come la maschera di Delaire Alcuni apparecchi ortopedici sono composti da una parte posta all’interno della bocca ancorata ai denti e di una parte esterna che si ancora alla testa.
Gli apparecchi ortodontici fissi sono composti da piccoli attacchi metallici detti brackets che vengono attaccati con un cemento composito alla superficie esterna dei denti . Ai brackets vengono poi attaccati dei fili che possono avere forme e funzioni varie con il fine ultimo di allineare i denti fra loro.
Apparecchio ortodontico fisso per allineare i denti
Una possibilità per chi non sopporta il sorriso metallico è l’uso di brackets in ceramica che sono di colore bianco e si applicano solitamente nelle parti anteriori della bocca. Unico svantaggio il costo che risulta un pò piu elevato rispetto ai classici attacchi in metallo.
In alternativa è possibile ricorrere a una tecnica invisibile dove i brackets sono attaccati nella superficie interna o linguale dei denti. Questa tecnica detta ortodonzia linguale, è praticata da pochi professionisti in italia ed è piu lunga e costosa della classica . Esiste anche una limitazione fisiologica in quanto non può essere eseguita in tutte le bocche per problemi di masticazione.
A chi rivolgersi Categorie professionali e centri ospedalieri specializzati in Italia.
Per una terapia semplice o per capire se ci sono dei problemi che richiederebbero l’intervento è sicuramente consigliabile rivolgersi al proprio dentista di fiducia cioè un odontoiatra o uno specialista in odontostomatologia.