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Castagna, la regina dell’autunno

Sanihelp.it – Quando si pensa all’autunno non si può non pensare ad un frutto come la castagna, nessuno come lei può farci venire in mente le diverse tonalità di colori dei boschi di questa stagione. La tradizione della raccolta durante i fine settimana è andata un po’ a svanire nelle abitudini dei più, quel che non dovrebbe accadere è che scompaia anche dalle diete stagionali.


Il castagno (castanea sativa) è pianta antichissima, presente allo stato selvaggio nella zona mediterranea fin dai tempi preistorici, pianta longeva ma dallo sviluppo lento : ha bisogno di terreni che non siano calcarei, ma profondi e ben drenati, raggiunge il massimo splendore a cinquant’anni, con un’altezza che varia dai 25 ai 35 metri, i primi frutti li dà attorno ai 25 anni.

La castagna resta uno dei più richiesti frutti autunnali, estremamente versatile poiché si adatta a preparazioni sia salate sia dolci. La castagna è infatti un alimento con ricchi principi nutritivi, è uno dei frutti più ricchi di amidi (2 gr. ogni cento) La composizione ed il valore calorico, oltre all’acqua, rivela la forte presenza di sali minerali, soprattutto di potassio (circa 400 mg per 100 g nelle fresche, 750mg nelle secche, contro i 350 mg di un frutto tra i più ricchi come la banana), seguito da fosforo, zolfo, magnesio, cloro, calcio, ferro, sodio. Tra le vitamine sono presenti la vitamina C, B1, B2, PP.

I principi nutritivi contenuti sono: gli zuccheri, le proteine e i grassi. Per quanto riguarda le calorie, 100 gr. di castagne fresche sviluppano 200 calorie. Nelle castagne secche le calorie diventano 370, sempre per 100 gr. di prodotto, così come aumenta la presenza di sali minerali e di vitamine; è assente invece la vitamina C, che va via durante il processo di essiccazione.

Che differenza c’è fra castagne e marroni? Le prime sono il frutto del castagno selvaggio, ogni riccio ne contiene tre (ecco perché se ne trovano spesso senza la classica bombatura: è la castagna che sta nel mezzo), mentre il marrone proviene da alberi coltivati e sempre migliorati con successivi innesti, ogni riccio contiene un solo frutto.


tratto da www.bukkeri.it e www.arcobaleno.net

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