Sanihelp.it – Secondo lo studio pubblicato su Annals of Internal Medicine, i focolai cancerogeni riscontrati nelle donne anziane, che si sottoponevano regolarmente a mammografia, erano più piccoli e diagnosticati precocemente.
Secondo il Dr. James S. Goodwin, direttore del Sealy Center on Aging della University of Texas Medical Branch a Galveston, il rilevamento mammografico di tumori in fase precoce, dove e’ più evidente il successo della terapia, risulta migliore nelle donne di età uguale o superiore a 75 anni. Lo studio non ha tuttavia determinato se i mammogrammi riducono il rischio di morire per cancro della mammella o se conferiscono una migliore qualità della vita.
Goodwin e colleghi sospettano che le donne più anziane non eseguano auto palpazione del seno come le pazienti più giovani; i tumori possono quindi essere diagnosticati in uno stadio già avanzato se non vengono effettuate mammografie con cadenza periodica.
Studi precedenti hanno dimostrato che, nelle donne più anziane, i tumori vengono diagnosticati più tardi, in stadi più avanzati e con dimensioni della massa tumorale maggiore, il che contribuisce alla documentata ridotta sopravvivenza.
Per il nuovo studio, i ricercatori hanno riesaminato i registri medici per più di 12.000 donne con diagnosi di tumore mammario tra il 1995 ed il 1996; tutte le donne avevano almeno 69 anni d’età.
Controllando l’impatto delle mammografie sulla casistica, hanno scoperto che, nelle donne più anziane sottoposte a due o più mammografie, separate da almeno 11 mesi, nei due anni precedenti la diagnosi, i tumori identificati erano di dimensioni simili a quelli riscontrati in pazienti più giovani.
Per donne in buona salute lo screening ha molto senso in quanto le donne con un’età tra i 75 e gli 80 anni, hanno un’aspettativa di vita, per la donna media, di 10-15 anni.
Questo nuovo studio è stato finanziato con fondi del National Cancer Institute e del Dipartimento della Difesa.
Da: Annals of Internal Medicine 2002