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Matematica e scienze: per i genitori le capacità dei maschi e delle femmine sono uguali?

Sanihelp.it – Nonostante lo stesso grado di interesse per le scienze e la stessa fiducia nelle proprie capacità dimostrate sia dalle ragazze sia dai ragazzi inclusi nello studio, le differenze sono risultate evidenti
La dottoressa Harriet R. Tenenbau della Harvard University di Cambridge, Massachusetts, e il collega Dr. Campell Leaper, ipotizzano che questa tendenza inconscia a considerare diversamente figli e figlie nell’apprendimento delle scienze, possa in parte spiegare perché le professioni collegate a scienze e matematica, siano svolte in misura minore dalle donne rispetto agli uomini.


La maggioranza dei genitori desidera che i figli di entrambi i sessi siano persone capaci, e probabilmente quando si saranno resi conto del proprio comportamento, agiranno in modo diverso.

Il Dr. Leaper e la Dr. Tenenbaum hanno chiesto a 52 ragazzi e ragazze di età compresa tra 11 e 13 anni di indicare il proprio gradimento per le scienze e il grado di comprensione della materia a scuola. I ricercatori hanno poi somministrato un questionario ai genitori con diversificando i figli dalle figlie.

Le famiglie esaminate erano per la maggior parte di ceto medio e di razza bianca.

I ricercatori hanno scoperto che i genitori ritengono le figlie poco interessate e decisamente in difficoltà nelle materie scientifiche, rispetto ai figli maschi.

I risultati dello studio sono pubblicati nel numero di gennaio della rivista di psicologia dello sviluppo “Developmental Psychology”.

Nel corso dello studio, i ricercatori hanno osservato il modo in cui i genitori parlano con i figli, inventando un esperimento che consisteva nello sciogliere in un bicchiere d’acqua alcune compresse effervescenti insieme a una certa quantità di uvetta. Quando le bollicine si accumulavano nelle pieghe degli acini di uvetta, questa cominciava a galleggiare in superficie: a questo punto le bollicine scoppiavano e l’uvetta ricadeva sul fondo del bicchiere.


La dottoressa Tenenbaum ha spiegato che, durante l’esperimento, i padri tendevano ad utilizzare termini più complicati o più corretti scientificamente come “diossido di carbonio” o “tensione superficiale” con i figli, che non con le figlie.

Secondo la Tenenbaum, queste differenze suggeriscono che, una volta cresciuti, i figli maschi potranno confrontarsi con le scienze con più facilità mentre le ragazze hanno più opportunità di sviluppare le proprie doti nei rapporti interpersonali.

Gli atteggiamenti sessisti dei genitori derivano probabilmente dal proprio percorso di crescita e dai propri desideri, oltre all’osservazione del mondo circostante; nella nostra società, vediamo maggiormente rappresentati nel campo scientifico gli uomini ed è innegabile che alcuni studi indicano che i ragazzi tendano a valutare le scienze e la matematica come materie “per maschi”.


FONTE: Developmental Psychology 2003

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