Sanihelp.it – Il termine doping deriva dalla parola doop, un miscuglio di sostanze energetiche che i marinai olandesi usavano ingerire già quattro secoli fa, prima di affrontare una tempesta sull’oceano.
Da doop si è arrivati nel novecento al verbo inglese to dope (drogare) e al sostantivo doping.
Ecco la definizione che ne dà la legge italiana, in base all’art. 1 comma 2 della legge 376/2000.
«Doping è la somministrazione o l’assunzione di farmaci o di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive e l’adozione o la sottoposizione a pratiche mediche non giustificate da condizioni patologiche ed idonee a modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dell’organismo al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti».
Inoltre, «sono equiparate al doping la somministrazione di farmaci o di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive e l’adozione di pratiche mediche non giustificate da condizioni patologiche, finalizzate e comunque idonee a modificare i risultati dei controlli sull’uso dei farmaci, delle sostanze e delle pratiche indicati dal comma 2». (art 1 comma 3 legge 376/2000).
Il doping, quindi, in sintesi riguarda due aspetti principali: uno legato ai problemi di salute connessi all’uso e all’abuso di sostanze che alterano l’equilibrio psicofisico dell’atleta, l’altro alla frode sportiva, cioè all’uso di farmaci o tecniche di modificazione artificiale delle prestazioni.
Il doping, infatti, è contrario ai principi di lealtà e correttezza nelle competizioni sportive, ai
valori culturali dello sport, alla sua funzione di valorizzazione delle naturali
potenzialità fisiche e delle qualità morali degli atleti.
Per questo, al di là della perseguibilità del doping in quanto reato penale, da anni lo Stato, attraverso il Ministero della Salute, porta avanti numerose campagne di sensibilizzazione volte a sottolineare l’aspetto umano del problema.
Chi si dopa, infatti, non solo gareggia in modo disonesto e cerca di vincere con l’inganno, ma espone il proprio organismo a seri danni, alterandone l’evoluzione e modificando artificialmente i propri percorsi di crescita. A volte, purtroppo, fino alla morte.