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Linfonodo sentinella: il futuro secondo Veronesi

Sanihelp.it – Nel 2003 ci fu la prima pubblicazione sulla prestigiosa rivista scientifica New England Journal of Medicine.


Da allora, la biopsia del linfonodo sentinella, che consiste nell’identificare il linfonodo più vicino al tumore per poi analizzarlo e accertare se contiene cellule maligne, è diventata uno standard internazionale nella terapia oncologica.

A dieci anni di distanza dalla presentazione di questa metodica, messa a punto dal celebre oncologo Umberto Veronesi, gli esperti del settore sono riuniti a Roma, presso lo Sheraton Golf Parco de’ Medici Hotel, per fare il punto sulle nuove frontiere della rivoluzionaria pratica che ha reso più conservativa la chirurgia dei tumori del seno.

La sede, dal 1 al 4 novembre, è quella del Congresso mondiale della Società Internazionale del Linfonodo Sentinella, di cui è presidente lo stesso Veronesi.

«A dieci anni dalla sua prima introduzione in Istituto», ha commentato il noto oncologo, «abbiamo

applicato la tecnica del linfonodo sentinella a 10mila casi di tumore del seno e a 7000 donne

abbiamo evitato un’operazione inutile».


Ora, come ha spiegato il coordinatore del Congresso Alessandro Testori, la ricerca clinica si sta concentrando su come trarre altre informazioni dal linfonodo sentinella, per rendere la diagnosi ancora più precisa e la chirurgia ancora più conservativa.

«Il futuro ruolo del sentinella è legato alla ricerca sulle cellule staminali del cancro», ha

concluso Veronesi. «La biologia molecolare ci aiuta a capire meglio quanto la presenza di cellule

staminali tumorali sia essenziale per lo sviluppo delle metastasi. Questa è la nuova frontiera

che permetterà di identificare farmaci specifici diretti contro le staminali. Da qui ci aspettiamo una vera svolta nell’efficacia dei cosiddetti farmaci intelligenti».

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FonteIeo

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