Sanihelp.it – Lo so che i più affezionati non lo ammetteranno mai, ma bisogna riconoscere che la terra natia degli agrumi non è la Sicilia ma l’India. La maggior parte dei frutti del genere citrus, infatti, cresce spontaneamente in estremo oriente.
La coltivazione in Europa, e nel mediterraneo in particolare, è stata introdotta solo nel X secolo dai Saraceni. La coltivazione dell’arancio dolce invece è stata introdotta dai Portoghesi appena nel secolo XVI, mentre risale addirittura al secolo XIX l’acquisizione del mandarino. Al giorno d’oggi gli Stati uniti d’america sono i maggiori produttori di agrumi al mondo.
Tutti gli agrumi sono ricchi di vitamine, in particolare quelle dei gruppi C e P, possono essere consumati in svariati modi (prevalentemente freschi).
Sono costituiti da due parti fondamentali il pericarpo e l’endocarpo (la buccia e la polpa).
Il pericarpo è formato dal flavedo, la parte colorata della buccia, e l’albedo, la parte bianca interna della buccia.
L’endocarpo comprende la polpa con i suoi spicchi e vescicole contenenti succo e semi.
Gli agrumi sono frutti ricchi di sostanze non solamente nutritive.
Nel flavedo per esempio si trovano Oli essenziali come terpeni, sesquiterpeni alifatici, derivati ossigenati, idrocarburi aromatici e esteri contenenti azoto. Ma si trovano anche cere paraffiniche, acidi grassi e flavoni oltre che parecchi enzimi.
L’albedo risulta costituito da sostanze pectiche come la pectina e dall’acido peptico.
La polpa con il succo contiene carboidrati (mono e disaccaridi), acidi organici (acido citrico e malico) costituenti azotati (proteine, peptidi, amminoacidi), costituenti inorganici (ceneri), vitamine (vitamina C), lipidi, aromi volatili (alcol etilico, acetone, acetaldeide, acido formico), pigmenti (carotenoidi, clorofille, flavonoidi).
I semi sono costituiti principalmente di proteine grezze e oli