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Ingrandire il seno: come deve essere l’intervento

Sanihelp.itAvere un seno più grande è il sogno di molte donne, ma spesso si temono gli effetti negativi di un intervento permanente: operazione non riuscita, risultato non naturale, esito diverso dalle aspettative… È fondamentale dunque affidarsi a mani esperte e sicure, per essere certe dell’ottima riuscita dell’intervento.
Un apprezzabile ingrandimento del seno deve tenere conto di 4 fattori:


  • spessore della pelle
  • spessore dell’impianto
  • quantità di materiale contenuto nella protesi
  • diametro e proiezione della protesi.

L'ingrandimento deve essere proporzionato alla silhouette della cliente e a ciò che i suoi tessuti consentono di fare. Infatti lo stesso tipo di impianto inserito in soggetti diversi non produrrà mai lo stesso risultato. Come è intuibile, non esiste un posizionamento perfetto e indicato per tutte le clienti: un chirurgo esperto è in grado di adattare la tecnica alle specifiche necessità del caso, illustrandone adeguatamente vantaggi e svantaggi.
La procedura deve rispettare la naturale anatomia della mammella, non alterare l'integrità della ghiandola, e quindi le possibilità di allattamento.

La priorità deve essere rivolta alla realizzazione di un seno “naturale”: ogni donna ha caratteristiche fisiche e tissutali diverse, così come differenti sono le aspettative di ciascuna. La scelta delle protesi, come la tecnica chirurgica, vanno valutate quindi attentamente, perché un seno studiato e realizzato “su misura” è, senza alcun dubbio, un seno più bello e dall'aspetto naturale. Meglio evitare di richiedere un volume di seno spropositato: più grande è la dimensione della protesi e più sottili sono i tessuti della cliente, meno naturale sarà il risultato estetico.
Prima di sottoporsi alla Mastoplastica il risultato chirurgico deve essere accuratamente programmato, rilevando le caratteristiche del seno (forma, volume, qualità della pelle, proporzione del capezzolo e dell’ areola), nonché le aspettative e motivazioni della cliente. In particolare, si considerano accuratamente:

  • distanza tra capezzolo e capezzolo
  • distanza tra capezzolo e fossetta giugulare
  • distanza tra solco mammario e mammelle
  • distanza tra capezzolo e solco sottomammario.

Si deve valutare la proiezione che ha precisi rapporti con la base, non dovendone mai superare il terzo in altezza; inoltre, è sempre necessario prendere in considerazione la ptosi, cioè il grado di caduta in senso gravitazionale delle mammelle. Quindi si provvede a prove simulate di campioni delle varie soluzioni protesiche.
Il metodo Invisibile Scar (a cicatrice invisibile), che assicura:

  • un’unica cicatrice periareolare (sempre invisibile per il cambiamento di colore tra pelle e areola del capezzolo) o nascosta lungo il solco sottomammario, laddove questo sia particolarmente pronunciato
  • intervento rapido (30-40 minuti), in anestesia locale e sedazione, senza ricovero
  • convalescenza più rapida e agevole
  • costi ridotti.

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