Sanihelp.it – Attualmente il tasso medio di ricoveri per 1000 abitanti nel nostro paese oscilla tra 160 e 180: un numero elevato, se si pensa anche che solo un terzo di questi ricoveri viene deciso dal medico di Medicina Generale, mentre i restanti due terzi sono ascrivibili a ricoveri programmati o decisi dopo un accesso al Pronto Soccorso spesso autodeterminato dal paziente.
La causa principale di questo fenomeno, segnalata dagli stessi pazienti, si riferisce alla difficoltà di contattare il proprio medico di famiglia nel «momento del bisogno». Il secondo motivo per cui vengono generati i ricoveri è legato al elevatissimo numero di persone che si recano autonomamente al Pronto Soccorso, dove il paziente viene sottoposto ad accertamenti senza aspettare e spesso senza pagare il ticket . Al terzo posto ci sono i ricoveri per persone che hanno un problema assistenziale piuttosto che un’urgenza sanitaria. Inoltre alcune pratiche mediche che generano un ricovero potrebbero essere risolte con una migliore organizzazione degli ambulatori ospedalieri.
Che cosa è possibile mettere in atto per migliorare la situazione?
Innanzitutto le cure primarie devono organizzano una reale disponibilità sul territorio dalle ore 8 alle ore 20 per almeno 5 giorni la settimana, disponibilità incentivata e controllata dal Servizio Sanitario Nazionale attraverso una definizione contrattuale con i sindacati della medicina Generale, utilizzando lo strumento della Convenzione. Le forme di associazione della medicina generale, come la medicina di gruppo o la medicina in rete, offrono al paziente una maggiore possibilità di accesso a un medico. Per i medici che non hanno le possibilità di associarsi può essere un buono strumento la disponibilità telefonica.
La disponibilità dei medici però deve essere aiutata dai politici che devono disincentivare gli accessi impropri al Pronto Soccorso attraverso una corretta applicazione di ticket . Vi sono dati molto solidi sulla diminuzione di ricoveri laddove si applichino sistemi di disease management nelle patologie croniche, soprattutto dove i rapporti tra medici di medicina generale e specialisti siano concordati attraverso piani assistenziali e monitorati attraverso indicatori clinici e di processo.