Sanihelp.it – Sono a norma, ma alla prima cottura in forno rilasciano sostanze indesiderate che vanno a finire nelle torte o nei muffins. Stiamo parlando di stampi al silicone e più in particolare di un inchiesta condotta da Altroconsumo che ha sottoposto a test in laboratorio 19 campioni di stampi venduti in Italia.
Secondo l’associazione dei consumatori, con una legislazione più severa, se fosse presa come riferimento la prima prova di rilascio di sostanze e non la terza, come invece dispone la legge italiana, 16 dei 19 campioni testati non dovrebbero trovarsi in commercio.
Il timore sull’eventuale cessione da parte del silicone all’alimento non è nuovo: in Francia nel e in Germania nel 2006 sono stati individuati prodotti a rischio. In Francia, i controlli a tappeto hanno dato risultati preoccupanti: 44 stampi al silicone per dolci su 81 analizzati sono stati dichiarati non conformi alla legge francese – una norma ad hoc per questo tipo di stampi ad uso alimentare, sconosciuta in Italia, più severa e garante della sicurezza del prodotto.
La ricerca di Altroconsumo ha riguardato 19 stampi in silicone per dolci. È stata misurata la quantità totale di sostanze che dal silicone passano all’alimento e la determinazione del calo di peso dello stampo. Sulla prova di migrazione globale, alla terza prova tutti gli stampi per dolci sono risultati conformi per legge. Ma alla prima prova, in 16 prodotti, le sostanze che migrano nell’impasto sono risultate eccessive. Sulla prova del calo di peso, prevista dalla legge francese, bocciati tre prodotti, che quindi non potrebbero essere venduti Oltralpe
Dato che il consumatore mangia anche la prima torta che cuoce, Altroconsumo ritiene che i produttori debbano farsi carico del problema.
L’associazione indipendente di consumatori ha anche verificato che un lavaggio preventivo può ridurre la cessione di sostanze indesiderate, ma tra tutti i prodotti presi in analisi, solo uno fornisce indicazioni in merito.