Sanihelp.it – Negli ultimi tre anni, la rete di sorveglianza coordinata dell’Istituto Superiore di Sanità ha rilevato in Italia 8 casi diagnosticati di tubercolosi resistente ai farmaci.
Il dato ha generato non pochi allarmismi: si teme che la malattia, ritenuta ormai debellata, stia cambiando forma adeguandosi ai farmaci. Il Ministero della Salute, però, tiene a rassicurare i cittadini: «Questa pericolosa forma di tubercolosi è presente anche nel nostro Paese», conferma il ministro Livia Turco in un comunicato diffuso ieri, «ma si tratta di un evento non nuovo e molto raro: gli otto casi sono stati infatti identificati tra il 2003 ed il 2006, periodo in cui vi sono stati, in Italia, quasi 15mila nuovi casi di TBC».
Nessun pericolo di epidemia? «L’emergenza della resistenza ai nuovi farmaci è favorita dalla incompleta assunzione della terapia appropriata e in particolare da terapie discontinue», prosegue la nota, «Sulla base di tali constatazioni si deve sottolineare che non esiste un rischio epidemico per la popolazione generale».
Intanto, secondo una ricerca francese pubblicata sulla rivista PNAS, la versione più vecchia del vaccino contro la tubercolosi, basata sul bacillo di Calmette Guerin (BCG) e la più utilizzata nel mondo, potrebbe essere più efficace rispetto ai vaccini più recenti.