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L’importanza del riscaldamento: conosciamo meglio il warming

Correre in città

Sanihelp.it – Sarà capitato a tutti di vedere i grandi campioni riscaldarsi prima di una competizione: è infatti consigliabile prepararsi adeguatamente prima di svolgere una qualsiasi attività fisica.
Recenti studi consigliano di dedicarsi al warming (riscaldamento) più che allo stretching, che se fatto male può provocare numerosi danni.


Il warming prevede due fasi: la corsa blanda e gli allunghi.
La corsa blanda mette in moto i meccanismi energetici e prepara l’apparato locomotore allo sforzo. Difficile è stabilire il ritmo giusto, ognuno ha i suoi tempi ideali, l’importante è che la corsa si svolga in pieno comfort.
Più del ritmo conta la durata, la corsa blanda non deve essere inferiore ai 12’, ma in caso di competizioni può raggiungere anche i 20’-30’.

Gli allunghi rappresentano il warming vero e proprio. La lunghezza degli allunghi deve essere di 80-100 metri, tra un allungo e l’altro per recuperare si consiglia di ritornare al passo. Importante è il numero e la velocità degli allunghi; devono essere tra 4 e 8, a seconda dell’allenamento che ne seguirà.

Il riscaldamento comporta variazioni fisiologiche in grado di migliorare la prestazione atletica. Il riscaldamento non va quindi trascurato.
Le modifiche fisiche riguardano:

• i processi metabolici coinvolti nella produzione di lavoro fisico (miglioramento del metabolismo aerobico)
apparato muscolare (aumento temperatura dei muscoli, incremento del flusso sanguigno)
apparato articolare e nervoso (aumento della flessibilità e mobilità articolare e miglioramento della trasmissione neuromuscolare)

Gli studi tendono a consigliare un riscaldamento tale da stimolare almeno la sudorazione.

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