Sanihelp.it – Milioni di donne in tutto il mondo condividono gli stessi problemi intimi. Tra le varie tipologie di infezioni genitali particolare attenzione è stata posta di recente sulle vaginosi batteriche, per il ruolo negativo che giocherebbero in gravidanza. Questo disturbo infatti aumenta la suscettibilità a infezioni ricorrenti che, se presenti in dolce attesa, rendono problematica la gestazione mettendo in serio pericolo la vita del feto.
Ma da cosa è originata una vaginosi batterica? Ospiti indesiderati colonizzano l’ambiente vaginale perché i lattobacilli normalmente presenti in vagina (i bacilli di Doderlein, che mantengono acido il pH locale) si indeboliscono e si riducono. In altre parole: una popolazione a benefica azione antibatterica viene sostituita da una proliferazione di agenti patogeni che innalzano il pH locale e creano le condizioni per un’infiammazione cronica. Il più importante tra questi batteri è la Gardnerella Vaginalis, mentre altri agenti sono i Bacteroides, il Mycoplasma e il Mobiluncus.
I fattori predisponenti non sono mai stati identificati, ma trova facilmente conferma l’ipotesi che le vaginosi siano trasmesse per via sessuale, poiché l’infezione si riscontra soprattutto nelle donne sessualmente attive. Anche la cattiva igiene, l’uso di saponi aggressivi, l’inserimento in vagina di diaframmi o sistemi contraccettivi intrauterini (IUD) e il fumo vengono di solito additati come possibili colpevoli.
Tuttavia, recentemente una ricerca ha individuato un particolare assetto genico che appare correlato con la maggiore incidenza di vaginosi.
Molto chiari appaiono al contrario gli effetti di queste alterazioni della microflora vaginale: aumentano la suscettibilità della donna a infezioni da HIV ed herpes simplex-2, sono causa di endometrite e di infezioni del tratto urinario e sono correlate a esito negativo se presenti in gravidanza poiché causano aborti spontanei, parti pretermine e basso peso alla nascita.
Ecco facilmente spiegata dunque la necessità di una diagnosi tempestiva delle vaginosi batteriche, e della scelta di una cura efficace. Qualche consiglio:
1. Per mantenere protetto e inalterato l’equilibrio vaginale è fondamentale curare l’igiene intima.
2. Alla comparsa di prurito, bruciore e/o secrezioni fluide e maleodoranti, recatevi dal vostro ginecologo: potrebbe trattarsi di un’infezione vaginale.
3. Frequenti lavaggi della zona sortiscono l’effetto di aumentare l’intensità dell’infezione. Invece, di solito sono efficaci trattamenti antibiotici sistemici, prescritti dal ginecologo.
4. Per proteggere la propria salute e quella del partner, fino a piena risoluzione del problema i rapporti sessuali devono essere protetti.
5. Infine, ricordate che tutte quelle condizioni che alterano il pH vaginale espongono l’ambiente genitale al rischio di proliferazioni batteriche. Banditi i detergenti intimi neutri e non fisiologici, attenzione all’uso scorretto e prolungato degli assorbenti interni e soprattutto evitate di indossare tutti i giorni indumenti aderenti o in tessuto sintetico, che determinano un innalzamento della temperatura.
Forse per qualche giorno i vostri amati jeans seconda pelle potranno rimanere nell’armadio, no?