Sanihelp.it – Alla luce di quanto emerso dalla ricerca condotta da FriendsScout24, mi sono chiesta che ruolo giochi l’ambiente palestra nell’ambito delle nuove conoscenze e in che termini entri in campo la seduttività.
La persona migliore a cui rivolgere questa curiosità è senza dubbio il sessuologo Marco Rossi, che ho raggiunto telefonicamente.
Secondo Marco Rossi la palestra è frequentata da persone che amano coltivare il proprio fisico: il corpo oggi è considerata la cosa più importante. In palestra quindi, alla luce delle tempistiche odierne sempre più ridotte, molte persone impegnano una parte importante del proprio tempo libero. La palestra può essere simbolicamente considerata il tempio del corpo in cui andiamo anche per guardarci e farci guardare. Senza contare che ciò accade spesso lontano dai rispettivi partner, con il rischio che si inneschi un’alchimia pericolosa. In una battuta, che Marco Rossi fa in diverse occasioni: «Se metti uomini e donne in uno stesso posto, qualcosa succede!».
Ma in che modo la seduttività entra in gioco? La palestra possiede un desiderio intrinseco: vedere le stesse persone (o una in particolare) per un dato periodo in uno stesso luogo, comporta che facilmente queste inizino a interessarci. Rilancio la citazione cinematografica propostami da Marco Rossi, dal Silenzio degli Innocenti: «Desideri ciò che vedi sempre».
In palestra il gioco del corpo e degli sguardi ha ampia possibilità, così come la facilità d’approccio: un complimento, un aiuto con un esercizio, un accordo per turnarsi con un attrezzo.
Secondo Marco Rossi queste dinamiche nelle palestre permangono inalterate; forse potremmo considerare un tentativo di recupero del vero valore della palestra, dato dal fatto che oggi c’è, soprattutto per gli uomini, un’iperproposta sessuale, che non rende più così necessario avere un luogo definito, come potevano essere i centri fitness.