Sanihelp.it – A seguito dei casi di cronaca degli scorsi mesi, in cui è stata portata all’attenzione della magistratura l’attività di associazioni non qualificate che proponevano nelle scuole dei corsi rivolti a genitori e insegnanti per propagandare l’uso di psicofarmaci per bambini troppo agitati e distratti (ADHD), la Direzione Generale del Ministero Pubblica Istruzione, Università e Ricerca ha diramato una circolare indirizzata a tutte le Direzioni Scolastiche Regionali.
La circolare ricorda che il processo di rilevazione della sindrome è complesso e i sintomi non sono necessariamente sintomi dell’ADHD, ma possono essere spiegati con cause di tipo ambientale e di natura psicologica. La circolare prega i Direttori Regionali di voler dare istruzioni alle istituzioni scolastiche di competenza affinché eventuali analoghi episodi siano immediatamente portati all’attenzione degli U.S.R. di competenza e alla scrivente Direzione Generale.
Chiarissima inoltre l’indicazione circa l’inopportunità di somministrare test diagnostici nelle scuole: la diagnosi di ADHD non può essere effettuata attraverso semplici questionari. Gli eventuali interventi debbono avvenire all’interno di strutture sanitarie pubbliche e sotto lo stretto controllo degli operatori sanitari qualificati, e su precisa richiesta delle famiglie.
Piena soddisfazione da parte di Giù le Mani dai Bambini, il Comitato per la farmacovigilanza in l’età pediatrica. Luca Poma – giornalista e Portavoce nazionale del Comitato – dichiara: «Finalmente un punto fermo, nel rispetto della tutela della salute dei bambini. Un anno fa, grazie al sostegno della FAI – Federazione Autotrasportatori Italiani – lanciammo il progetto Scuola Protetta (www.scuolaprotetta.it) proprio per sensibilizzare i genitori e gli insegnanti alle prese con problemi di comportamento dei bambini: a scuola si va per studiare e non per essere sottoposti a screening o presunte diagnosi come accade negli Stati Uniti, dove sono milioni i minori in cura con psicofarmaci.
Ogni irregolarità nelle scuole andrà segnalata sollecitamente alle autorità ministeriali, perchè i nostri specialisti confermano che i disagi del comportamento dei più piccoli raramente hanno a che fare con delle patologie, mentre quasi sempre sono campanelli di allarme, una richiesta di attenzione per problemi di natura sociale, ambientale, psicologica, familiare o educativa. Ora speriamo che il Progetto di Legge sul tema psicofarmaci e bambini passi velocemente all’esame delle Camere».