Sanihelp.it – Una ricerca presentata al Congresso Mondiale di Nefrologia organizzato dall’International Society of Nephrology e dalla European Renal Association ha dimostrato che l’impiego di un nuovo marcatore diagnostico, denominato NGAL, rende possibile una diagnosi pressoché immediata del danno renale acuto (AKI) nei pazienti ospedalizzati tramite l’analisi delle urine e può consentire di distinguere l’AKI da altre disfunzioni renali e salvare molti pazienti, prevenendo l’insorgenza dell’ insufficienza renale.
L’AKI è una patologia pericolosa perché riduce rapidamente la capacità di filtrazione dei reni, provocando l’insufficienza renale.
I pazienti sottoposti a interventi di chirurgia cardiovascolare presentano un rischio elevato di AKI. La metà dei soggetti colpiti da AKI sviluppa in seguito una nefropatia cronica e molti di quelli affetti dalla forma più grave devono sottoporsi a dialisi per periodi prolungati di tempo. Pertanto è fondamentale una diagnosi tempestiva.
Attualmente l’AKI viene diagnosticato attraverso il riscontro di un innalzamento della creatinina serica, ma questo test rileva l’effettiva compromissione della funzionalità renale soltanto a distanza di 2-3 giorni dall’insorgenza del danno vero e proprio. Tale ritardo non consente ai clinici di instaurare tempestivamente l’idratazione o il controllo della pressione sanguigna.
Ora è in corso la validazione dell’utilità diagnostica e prognostica di nuovi biomarcatori per l’AKI, come il NGAL (Neutrophil Gelatinase-Associated Lipocalin). Si tratta di una proteina piccola e resistente, espressa dai neutrofili e da vari epiteli, fra cui i tubuli renali prossimali, che compare nelle urine appena 2-4 ore dopo l’insorgere del danno renale acuto, ossia fino a 46 ore prima rispetto ai tempi richiesti dalle metodologie diagnostiche tradizionali.
Alcuni studi dimostrano che i livelli di NGAL nei pazienti affetti da AKI sono 30 volte superiori rispetto a quelli dei soggetti normali e possono permettere una diagnosi specifica e rapida del danno renale acuto.
In uno studio pubblicato negli Annals of Internal Medicine nel maggio 2008, i livelli di NGAL nelle urine hanno permesso di distinguere il danno renale acuto da altre forme di disfunzioni renali in pazienti ricoverati in medicina d’urgenza e di prevedere i risultati.