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Reni: le omiche ti dicono se ti ammalerai e se guarirai

Sanihelp.it – Le discipline omiche prevedono l’analisi completa e dettagliata di specifici contesti biologici e permettono una precisa caratterizzazione dell’individuo: in questo modo si crea, per ogni persona, un’impronta digitale. Così è possibile sapere in anticipo se ci si potrà ammalare di alcune patologie renali, ma anche come e quanto ciascun organismo reagirà alle terapie.


Le tecniche omiche permettono di realizzare test diagnostici molecolari garantendo un rapido screening di soggetti malati, una diagnosi precoce e, soprattutto, l’individuazione di soggetti portatori di malattie genetiche, come le sindromi nefrosiche e le anomalie renali congenite.

Grazie alla genomica è possibile, per esempio, effettuare diagnosi prenatali, cioè in utero, per conoscere le eventuali mutazioni genetiche del nascituro, utili nel caso in cui i genitori siano portatori sani di gravi malattie ai reni (sindrome nefrosica congenita).
Indubbi vantaggi si evidenziano anche in ambito terapeutico, in quanto la conoscenza delle basi genetiche di un soggetto permette di personalizzare il trattamento farmacologico secondo le caratteristiche del paziente, evitando sovradosaggi tossici.

Dalla genomica si sono sviluppate delle branche affini, quali la trascrittomica che si occupa dell'espressione dei geni, e quindi dell’analisi degli RNA messaggeri (sono i codici per la sintesi delle proteine) di un intero organismo o di un particolare organo, tessuto o cellula; la proteomica che si occupa, invece, dell'insieme di tutte le proteine di un organismo; la metabolomica che si occupa del metabolismo. Tutte insieme hanno dato vita a quella che viene definita la biologia sistemica, che si pone come obiettivo lo studio delle interazioni tra le molecole di un intero organismo.

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