Sanihelp.it – Si deve ai ricercatori dell'Università Cattolica-Policlinico A. Gemelli di Roma l’identificazione delle cisti dell'ovaio dovute a endometriosi che si possono asportare senza rischi per la fertilità della paziente. L'endometriosi colpisce il 15-45% delle donne in età fertile e tra queste, la maggior parte dei casi dimostra un interessamento ovarico della malattia (il cosiddetto endometrioma). Grazie allo studio condotto dal professor Antonio Lanzone, direttore di Istituto di Clinica Ostetrica e Ginecologica della Cattolica di Roma e coordinato dal professor Maurizio Guido, docente nello stesso Istituto, è stato possibile iniziare a definire le caratteristiche delle cisti ovariche endometriosiche da operare.
Il professor Maurizio Guido spiega: «È emerso che soprattutto nelle donne giovani (under-32 anni) rimuovere le cisti endometriosiche di piccole dimensioni può causare un danno molto più importante, arrecando un rischio alla fertilità della paziente che non rimuovere, invece, le cisti di più grandi dimensioni. La prassi abituale è stata quella di procedere alla rimozione chirurgica delle cisti; finora non era ancora chiaro quali potessero essere le conseguenze di questo intervento per la fertilità della paziente». L'asportazione chirurgica delle cisti di minori dimensioni provoca una maggiore perdita di follicoli (e quindi di ovociti); asportarle, dunque, lede almeno in parte la fertilità della donna, mentre la numerosità dei follicoli presenti nelle cisti di maggiori dimensioni è minore, quindi la loro rimozione è meno rischiosa.