Sanihelp.it – Inizialmente creduta una specie di possessione, questo disturbo era già noto nel Seicento. Il primo a classificarlo fu, a fine Ottocento, un altro allievo del professor Charcot, Gilles de la Tourette, dal quale la sindrome prese il nome. Secondo lo scrittore e neurologo Oliver Sacks, questa sindrome è caratterizzata da «un eccesso di energia nervosa e da una smodata produzione di gesti e atteggiamenti bizzarri» quali tic, scatti, smorfie, imprecazioni, versacci, uniti a un «dispettoso senso dell’umorismo» e atteggiamenti stravaganti e buffoneschi. Questo disturbo può essere più o meno invalidante a seconda delle manifestazioni ticcose e si differenzia, quindi, da individuo a individuo.
Si tratta di un raro disturbo neurologico che compare in età evolutiva tra i 2 e i 15 anni circa e che associa la contemporanea presenza di diversi tic (motori, fonatori), coprolalia e coproprassia (gestualità oscena e volgare). Questi atteggiamenti si manifestano in modalità involontaria e inconsapevole, portando il soggetto a comportamenti spesso grotteschi che generano un misto di stupore e ilarità negli osservatori. Anche in questo caso, a livello neurologico è stato confermato il coinvolgimento delle aree più profonde e antiche del cervello umano (talamo, ipotalamo, sistema limbico e amigdala).
Come nell’eziopatogenesi del tic, ci troviamo di fronte a numerosi fattori coinvolti nello sviluppo di tale sindrome: individuali, ambientali, neurologici, genetici, psicosociali. Sembra, inoltre, che a questa condizione si associ un eccesso di dopamina, neurotrasmettitore attivante che, invece, scarseggia nel caso della sindrome di Parkinson.
La sindrome di Tourette sembra aver colpito numerosi celebri personaggi del passato, tra i quali l’imperatore romano Domiziano, il critico e poeta britannico Samuel Johnson, il commediografo francese Molière e forse anche il famoso musicista Mozart. In letteratura abbiamo interessanti descrizioni di questa e altre sindromi nei bellissimi libri di Oliver Sacks come L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello e Un antropologo su Marte, nei quali i personaggi affetti da questo genere di disturbi neurologici vengono rappresentati con grande umanità, sensibilità e un pizzico di benevola ironia.