Sanihelp.it – Un team di ricerca internazionale coordinato dalla St George University of London in collaborazione con il gruppo di Biologia Computazionale della Sapienza di Roma, ha scoperto che i parassiti della malaria (plasmodi) stanno sviluppando una crescente resistenza all’arthemeter, uno dei derivati dell’artemisina, il farmaco più efficace contro la malattia.
Il morbo infettivo uccide ogni anno un milione di persone al mondo, il 90% delle quali si trova in Africa sub-sahariana. I derivati dall’artemisina usati in terapie combinate con altri farmaci (ACT, Artemisin-based Combination Therapy) sono attualmente somministrati in circa 300 milioni di dosi annue. Sarebbe proprio l’uso crescente e non corretto di questo tipo di terapie a indurre la selezione di plasmodi resistenti all’artemether.
I ricercatori hanno testato parassiti provenienti da 28 pazienti infettati da Plasmodium falciparum, causa della forma più letale di malaria e responsabile di 9 su 10 decessi per malaria. Hanno così dimostrato che il fenomeno è collegato a mutazioni geniche nel parassita, a carico di uno dei sistemi di trasporto del calcio, la cosiddetta pompa del calcio.
Le alternative alle terapie antimalariche sono attualmente limitate. Lo sviluppo di nuovi farmaci è di primaria importanza, ma è anche fondamentale saperne di più su come le artemisinine funzionano per poter adattare le terapie ACT in modo che siano efficaci il più a lungo possibile.