Sanihelp.it – A ciascuno il suo: ogni persona con diabete è diversa; diversa quindi (personalizzata, su misura) dovrebbe essere la cura da seguire. Partendo da questa osservazione, 2 anni fa è stato messo a punto, proprio in Italia, un modello, definito algoritmo terapeutico, che, basandosi sulle caratteristiche di età, durata della malattia, fattori di rischio e complicanze, aveva identificato diversi profili di malattia, da sottoporre a schemi di cura personalizzati. In Italia è già stato sperimentato, validato e trasformato in un software disponibile per tutti i medici sul sito AMD.
Oggi l'algoritmo italiano ha ispirato l'analogo strumento messo a punto da IDF–International Diabetes Federation, l'organizzazione internazionale che raccoglie le società scientifiche e le associazioni di volontariato attive nella lotta al diabete.
Il gruppo di lavoro era composto da una ventina di esperti e includeva altri due italiani, già membri del gruppo di esperti dell'algoritmo AMD. L'obiettivo è orientare le scelte terapeutiche, allineando le cure prescritte, ovunque nel mondo e da qualunque medico, alle persone con diabete, nel massimo rispetto delle loro specifiche caratteristiche. In altre parole: cercando personalizzazione e standardizzazione.
Questo approccio al problema ha risvegliato l'interesse dell'Unione europea, alle prese con il problema di porre un argine al dilagare delle malattie croniche. Partendo dall'esempio del diabete, riconosciuto come prototipo di malattia cronica, è stato proposto alla UE di studiare simili modelli da applicare, per esempio, alle malattie cardiovascolari o alla broncopneumopatia cronica ostruttiva.
L'algoritmo IDF per la personalizzazione delle cure nel diabete di tipo 2 segue di pochi mesi la decisione della IDF di adottare nelle proprie Linee guida 2012, con l'obiettivo di standardizzare la misura degli obiettivi di cura del diabete nel mondo, 18 indicatori già utilizzati allo stesso scopo in Italia negli Annali AMD.