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Ipertensione addio tagliando i fili di un cortocircuito

Sanihelp.it – Combattere l’ipertensione semplicemente bruciando alcune fibre nervose che corrono intorno alle arterie dei reni e conducono stimoli che provocano una pressione sanguigna troppo alta: questa l’idea alla base della denervazione simpatica renale endovascolare.


La tecnica si pone l’obiettivo di intervenire sul cattivo funzionamento del sistema simpatico: quando i centri nervosi superiori ricevono infatti una serie troppo ampia di stimoli da reni, cuore e vasi sanguigni, rispondono con impulsi che causano, tra gli altri, il restringimento delle arterie renali con conseguente aumento della pressione in tutto l’organismo. Questa ipertensione può essere compensata solo entro certi limiti, grazie alla somministrazione di farmaci.

La metodica prevede l’introduzione nell’arteria femorale, sino a fargli raggiungere i vasi renali, di un elettrodo (o trasduttore nel caso vengano impiegati gli ultrasuoni) che agisce mediante il calore: le fibre simpatiche vanno infatti incontro a processi degenerativi permanenti quando trattate con una temperatura di circa 70 gradi. 
 
Sono a oggi più di 107 gli studi clinici in corso che evidenziano come la denervazione abbia effetti positivi anche su altre patologie quali scompenso di cuore, insulino resistenza, fibrillazione atriale, insufficienza renale cronica, sindrome dell’apnea del sonno, malattie coronariche e tachicardia ventricolare. La tecnica è stata classificata al primo posto tra le più importanti scoperte del 2012, e si è dimostrata efficace in oltre l’84% dei malati di ipertensione resistente ai farmaci. 

Fino a due anni fa un’operazione di ablazione delle fibre simpatiche renali richiedeva 24 minuti. Oggi la stessa procedura può essere eseguita in 2 minuti. Ad agosto 2013 risultano effettuate in Europa più di 10.000 procedure di denervazione renale.

L’ipertensione arteriosa è una patologia che interessa ben un settimo della popolazione mondiale e si stima che entro il 2025 porterà le malattie cardiovascolari a essere la principale causa di morte in tutto il mondo. 

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